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Messina Denaro, caccia al tesoro: al setaccio il giardino del terzo covo e la casa della mamma di Bonafede

I carabinieri del Ris sono tornati questa mattina nella casa della madre di Andrea Bonafede, l'uomo che ha prestato la sua identità al capomafia Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara. Si tratta di un immobile da tempo disabitato perché la signora si era trasferita a casa della figlia.

La casa si trova all'angolo tra via Cusmano e via Marsala. I Ris sono alla ricerca di tracce biologiche di un possibile passaggio in quell'appartamento dell'ormai ex latitante.

Intanto prosegue da ieri pomeriggio il lavoro degli investigatori della scientifica della polizia e dello Sco nell'immobile di via San Giovanni al civico 260. È un immobile vuoto e in vendita a cui la polizia è arrivata seguendo le tracce di un trasloco avvenuto a giugno dello scorso anno, poco prima che Matteo Messina Denaro si trasferisse in via CB 31 nell'appartamento ristrutturato, acquistato con l'alias “Andrea Bonafede” e dove avrebbe vissuto almeno per un anno.

Gli investigatori della polizia stanno esaminando ogni centimetro non solo dell'abitazione, ma anche del giardino annesso. Accanto a questo immobile al civico 262 c'è invece la casa nella quale vive Giovanni Luppino, commerciante di olive e autista di Matteo Messina Denaro, tratto in arresto lunedì mattina con il boss all'esterno della clinica 'La Maddalena' di Palermo.

Al momento, dunque, ci sono sotto la lente d'ingrandimento delle forze dell'ordine ci sono due appartamenti, quello di via CB 31 e quello di via San Giovanni e la stanza/bunker trovata al piano terra dello stabile di via Maggiore Toselli 34 e la casa della madre di Andrea Bonafede. Probabilmente manca all'appello il vero covo. A questo punto è naturale pensare che in 30 anni di latitanza l'ex primula rossa di Castelvetrano di rifugi ne abbia avuti altri e non è escluso che almeno uno di questi sia quello che lo ha protetto per un tempo maggiore. Potrebbe essere proprio il covo-bunker dove ha nascosto il tesoro cartaceo che viene attivamente cercato in queste ore. Quel famoso tesoretto fatto di documenti scottanti portati via dall'abitazione di via Bernini a Palermo, che fu l'abitazione di Totò Riina e che molti collaboratori di giustizia dicono sia stato affidato a Matteo Messina Denaro.

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