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Messina Denaro, così la segretaria del dottor Tumbarello ha smentito la versione di Bonafede

Il procuratore aggiungo Paolo Guido (a sinistra) con il procuratore capo Maurizio De Lucia

Il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido, il magistrato che da anni indaga su Matteo Messina Denaro, lo scrive senza mezzi termini: «Tutte le indagini ancora in pienissimo e frenetico svolgimento sulla ricostruzione delle fasi che hanno preceduto la cattura di Messina Denaro, hanno innanzitutto offerto uno spaccato dell’assordante silenzio dell’intera comunità di Campobello di Mazara che, evidentemente con diversi livelli di compiacenza omertosa, paura, o addirittura complicità, ha consentito impunemente al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare almeno negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà».

Parole amare, scritte nella richiesta di arresto del medico Tumbarello e dell’altro Bonafede. «I primi accertamenti svolti con tempestività dalla polizia giudiziaria hanno svelato un inquietante reticolo di connivenze e complicità in diversi luoghi e in svariati ambiti professionali (a cominciare da quello medico - sanitario), reticolo sul quale sarà necessario proseguire le investigazioni che doverosamente dovranno condurre a individuare e perseguire, se sussistenti, tutte le condotte integranti possibili profili di responsabilità penale».

Ed è proprio interrogando il vero Bonafede - dopo aver acquisito la documentazione sanitaria alla clinica La Maddalena, dove il paziente Bonafede/Messina Denaro si stava curando - che vengono fuori i primi sospetti sul medico Tumbarello. Bonafede, il 17 gennaio 2023, dichiarava di essere andato più volte presso lo studio medico per ritirare le ricette destinate a Messina Denaro. E che il medico pensava fossero per lui.

Una smentita clamorosa, per i carabinieri del Ros, arriva da più fronti. Bonafede aveva dichiarato «di non soffrire di alcuna patologia oncologica né tantomeno di versare in uno stato di salute in alcun modo paragonabile a quello del latitante». E un occhio attento come quello del medico lo avrebbe notato subito. E alla domanda «quante ricette si è fatto fare?», Bonafede aveva risposto: «Non glielo so dire. Ci sono andato qualche volta ma non ricordo precisamente quante volte ci sono andato. Alcune volte ci sentivamo per telefono o su whatsapp o tramite mail...». Versione smentita dalla segretaria dello studio medico, che interrogata ha detto di non aver mai visto nello studio il geometra, e che, al contrario, le ricette le ritirava sempre il cugino omonimo, più giovane di lui , e che il 16 gennaio, giorno della cattura di Messina Denaro, quando ancora non si sapeva della cattura, si era presentato in ambulatorio per chiedere la prescrizione di un farmaco per conto del cugino. L’esame dei tabulati telefonici di Tumbarello e del geometra Bonafede rivelano che non c’è stato alcuna telefonata o messaggio telefonico dal febbraio 2019 sino al dicembre 2022, quando i contatti tra medico e paziente Messina Denaro erano invece frrequenti.

Che Tumbarello non conoscesse la caratura criminale di Messina Denaro, «a prescindere dai suoi pregressi rapporti personali con i Messina Denaro e del limitato contesto territoriale in cui sia questi ultimi sia il Tumbarello vivono», lo smentisce un’altra circostanza a suo modo curiosa. Il 16 gennaio 2023, presso una delle abitazioni di Tumbarello, nella borgata di Tre Fontane di Campobello di Mazara, i carabinieri del Ros trovano due vecchie copie del mensile «S». Una ha il titolo «Vi racconto quelle cene con la cupola trapanese» e l'altra «D 'Alì gli appalti Birrittella Messina Denaro ora vi dico tutto».

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