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Un trapanese fermato per la violenza alla donna ucraina, un video lo accusa ma lui nega

La panchina ricoperta del sangue della vittima a Trapani

È un trapanese di 37 anni F. P. A. (le sue iniziali) l'uomo su cui stamane è scattato il fermo di polizia perché sospettato di essere autore della brutale aggressione e violenza sessuale, subita nella notte di giovedì da una donna ucraina di 44 anni. Dalle testimonianze raccolte agli investigatori della squadra mobile guidata dal vicequestore Emanuele Fattori, il 37enne è la persona che spesso in questi giorni era stata visto in compagnia della donna.

Ad aiutare gli agenti della Mobile al lavoro da ieri mattina le immagini delle telecamere di videosorveglianza che si trovano nella zona del centro storico di Trapani. Non ci sono le immagini della violenza, ma si vedono un uomo e una donna camminare insieme, non si distinguono bene le fisionomie ma gli indumenti sono gli stessi che la vittima indossava al suo arrivo in ospedale nella notte di giovedì.

Il 37enne è stato fermato nella serata dalla polizia, anche lui indossava ancora gli stessi abiti. Portato in Questura, è stato sentito a lungo dai poliziotti e dal pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore Brunella Sardoni. Nessuna confessione, ha sostenuto che nelle ore della violenza si trovava lontano dal luogo in cui la donna è stata abusata. Ma c'erano quegli abiti ad inchiodarlo. È stata anche sentita la vittima, dopo che si è ripresa dall'intervento chirurgico subito. Ha ribadito di non conoscere l'identità esatta dell'uomo, fornendo però alcuni elementi.  In giornata il pm dovrebbe inviare al gip la richiesta di convalida del fermo, entro martedì la decisione del giudice.

Uno scenario di grande degrado quello venuto fuori. Sia la vittima che l'uomo vivono per strada, senza fissa dimora. La donna è arrivata a Trapani dopo l'invasione russa, ma non si è unita alla comunità dei profughi provenienti dall'Ucraina. Lui, trapanese, nonostante la madre risieda nel centro storico, preferisce vivere per strada. Una situazione che li ha portati a conoscersi e a frequentarsi.

L'uomo si trova in carcere. accusato di violenza sessuale, aggressione, lesione gravi.  Avrebbe cercato un approccio con la donna dopo che i due avevano bevuto, ma una volta arrivati sulla panchina delle Mura di Tramontana, la donna ha cercato di resistere all'approccio violento dell'uomo. Una violenza brutale quella attuata nei confronti della donna, arrivata in ospedale con chiare ferite legate all'abuso sessuale, ma anche provocate da un'arma da taglio, tanto che i medici hanno dovuto ricorrere alla sutura in punti sensibili. Ecco spiegata la grande chiazza di sangue trovata trovata sul luogo della violenza.

L'uomo ha aiutato la donna a tornare in strada, e e si è allontanato non prima di far sapere a delle persone incontrate che c'era una donna ferita, chiedendo di chiamare un'ambulanza. A soccorrere la donna è arrivato il servizio 118, che ha trasferito la vittima in ospedale, dove è ricoverata con una prognosi di 20 giorni.

Stamani, il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha manifestato alla presidente della locale comunità Ucraina Olga Mulyak solidarietà e vicinanza per la donna ucraina di 44 anni massacrata di botte ieri in città. «Solidarietà non solo mia personale ma di tutta la città di Trapani, che condanna l’inaudita violenza operata a quanto pare da un trapanese ai danni di un’innocente donna Ucraina, purtroppo senza fissa dimora - dice il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida -. Ho altresì allertato l’ufficio legale comunale per capire se vi siano le condizioni per costituirsi come parte civile e siamo pronti ad intervenire per aiutare la donna colpita anche con i nostri servizi sociali».

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