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A Calatafimi Chiesa Madre in fiamme, salvata dal coraggio di un forestale

Giornate disastrose per Calatafimi soffocata da una serie di incendi che l'hanno colpita in più punti del territorio con danni ingentissimi. Danneggiata la Chiesa Madre, danneggiate alcune abitazioni private e una masseria, devastata la pineta, distrutto un capannone industriale della ditta edile Ferrara in contrada Sasi.

Il primo grosso incendio è scoppiato attorno alle 10,30 di giovedì 18 agosto ed ha interessato la pineta che circonda il Castello Eufemio e la Chiesa Madre. Complice il forte vento di scirocco e il caldo torrido le fiamme si sono allargate a vista d'occhio tanto che il sindaco Francesco Gruppuso ha fatto evacuare gli abitanti dei quartieri Carabona e Circiara.

I pochi uomini e mezzi a disposizione (giovedì in tutta la provincia di Trapani è stato un inferno), forestali, vigili del fuoco, volontari, semplici cittadini hanno fatto miracoli a rischio della propria vita pur di evitare il peggio. Certi punti della collina inaccessibili ai mezzi da terra, visto che nessun mezzo aereo arrivava, sono stati raggiunti grazie alla temerarietà di sindaco e forestali che sono saliti sul tetto del teatro Cavallotti a parecchi metri di altezza e sfidando il forte vento e con le pompe hanno fatto giungere acqua evitando il propagarsi delle fiamme.

La Chiesa Madre, che questo week end sarebbe dovuta essere tra le protagoniste dell'evento “Borghi dei Borghi Fest”, è salva per miracolo, grazie al coraggio di un operaio della forestale che vedendo avanzare le fiamme all'interno non ha esitato ad entrare a sua volta spegnendole. Purtroppo però molte delle vetrate sono andate distrutte.

“Durante la fase di spegnimento dell'area della pineta del Castello Eufemio – racconta il sindaco Gruppuso, amareggiato per quanto accaduto e che ringrazia tutti coloro i quali a rischio della propria vita hanno fatto il massimo in un giornata infernale - si sono riscontrate in contemporanea varie emergenze che riguardavano una masserizia nei pressi di Domingo, messa in sicurezza dalla protezione civile locale (Era radioamatori) poiché non c'erano più mezzi dei vigili del fuoco disponibili. La mano dell'uomo ha avuto il momento ideale per le alte temperature e di un vento impetuoso in una giornata perfetta per creare il disastro – dice Gruppuso -. Qualche disagio purtroppo sarà riscontrato ancora nei prossimi giorni e riguarda principalmente la luce pubblica e l'approvvigionamento idrico, bruciati infatti alcuni tratti della linea di Calemice in prossimità della Kaggera”.

Altro rogo disastroso in quello che una volta era il Bosco di Scorace a Buseto Palizzolo. L'incendio infatti ha distrutto uno degli ultimi polmoni verdi del Trapanese. Da una prima stima si parla di 600 ettari bruciati. Complessivamente il Bosco di Scorace si estendeva su un'area di 700 ettari.

“Il bosco di Scorace non c'è più. Continuo a ripetermelo incredulo – scrive il sindaco di Buseto Palizzolo, Roberto Maiorana - ho visto ciò che non avrei mai voluto vedere. La devastazione non è descrivibile, i luoghi cari non solo ai busetani, ma a molti che dai comuni vicini e non, avevano come punto di riferimento per scampagnate, passeggiate, pic-nic, escursioni, per non parlare degli appassionati raccoglitori di funghi, sono andati perduti e difficilmente potranno essere ripristinati in tempi brevi.
Sono andati a fuoco circa 600 ettari dei 700 di superficie boschiva complessiva, le fiamme alimentate dal forte vento di scirocco e favorite dalle alte temperature non hanno avuto alcun ostacolo, anche i viali parafuoco si sono rivelati insufficienti ad arginarle".

Partito dalla zona di Mola, nei pressi di un parco eolico, le fiamme si sono propagate rapidamente in direzione del bosco e nel giro di poco tempo sono arrivate dentro l'area demaniale, attraversando interamente le distese di sugheri, lecci, eucaliptus, pini, cipressi trovando facile esca nel sottobosco che ardeva come fosse benzina.

Le forze a terra hanno potuto fare ben poco quando il fuoco è entrato nel demanio, e l'unico supporto aereo per una buona parte della durata delle operazioni è stato fornito da un elicottero dell'Aereonautica Militare, dato che i più piccoli elicotteri della forestale non potevano decollare a causa del forte vento. Solo nel tardo pomeriggio sono giunti sul luogo due Canadair partiti dalla Sardegna. Ovviamente al loro arrivo già il disastro si era pressoché compiuto e hanno solo potuto bonificare le zone ormai devastate dal fuoco.

"Quanto accaduto è inaccettabile – conclude amaramente Maiorana - il fuoco non si accende da solo. È mia intenzione procedere per le vie legali; un intero territorio è stato depauperato, un polmone verde nel cuore dell'agro ericino scomparso, un'area oggetto di progettazione ed investimenti anche da parte dell'amministrazione comunale volatilizzato nel giro di un pomeriggio".

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