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Quote pesca, la tonnara di Favignana a rischio chiusura. La Sicilia si appella al ministro

Ad appena due settimane dalla riapertura, la tonnara di Favignana rischia di chiudere di nuovo. Una brutta notizia per l'economia trapanese e dell'intera Sicilia. Le quote assegnate dal ministero delle Politiche agricole non consentirebbero, infatti, secondo l'assessore regionale per la Pesca mediterranea in Sicilia, Edy Bandiera, "la sostenibilità economico-finanziaria dell'attività" secondo il regolamento comunitario.

Un duro colpo, dunque, che "scoraggia" gli imprenditori e in particolare Nino Castiglione, che due anni fa, per non perdere i diritti acquisiti, ha investito 700 mila euro nella tonnara a Favignana.

"Contavamo di ottenere 100 tonnellate o, nella peggiore delle ipotesi, 70; invece la quota assegnata dal ministero è di 14 tonnellate. Non voglio fare polemica, dico solo che, se questo è il metodo della politica per sviluppare il Mezzogiorno, possiamo chiudere bottega", ha detto.

In queste ore, "con grande dispiacere e profonda amarezza, nelle Egadi sono in corso le operazioni di sospensione dell’intera operazione", aggiunge.

"Il calo della tonnara coinvolge, oltre l’indotto, 40 unità lavorative, nonché l'impiego di imbarcazioni e reti. Per calare la tonnara - ribadisce l’imprenditore - abbiamo dovuto affrontare una sfilza di pastoie burocratiche, che ci hanno rubato tempo e denaro. Adesso la doccia gelata".

"La tonnara di Favignana è un patrimonio siciliano da tutelare, per questo la settimana prossima faremo un incontro al ministero delle Politiche agricole per portare le sue istanze alla parte politica e tecnica di questo dicastero". Lo afferma il deputato alla Camera del M5S, Antonio Lombardo, che assieme ai senatori Francesco Mollame e Vincenzo  Santangelo  ha incontrato  il consiglio di amministrazione dell'Azienda storica Castiglione per discutere dell'attribuzione delle quote tonno 2019.

"Quest’impresa – afferma Lombardo - che dopo anni , ha deciso di riprendere la pesca del tonno rosso, rinnovando  un'attività fortemente legata alla tradizione e cultura siciliana va assolutamente tutelata. Approfondiremo ancora meglio la questione in tutti i suoi aspetti di concerto con gli uffici competenti e col ministero per cercare di dar risposte concrete a questa azienda".

"Perchè il ministro Di Maio non fa nulla per salvare la Tonnara di Favignana? Perchè il ministro Centinaio non fa subito marcia indietro sul decreto killer che condanna a morte la tonnara più famosa del mondo? Un silenzio imbarazzante e vergognoso. Grazie ai Governi del Pd, anche con l’appoggio M5s, la tonnara era stata riaperta ed era diventata anche un volano per il turismo. Ora la Lega la vuole chiudere di nuovo. Una decisione dannosa e incomprensibile". Lo afferma in una nota il deputato del Partito Democratico Carmelo Miceli.

"Le quote individuali di cattura di tonno rosso assegnate dal ministero sono uno schiaffo insopportabile al territorio, ai pescatori e agli imprenditori che coraggiosamente avevano deciso di rilanciare la tonnara di Favignana. Il governo nazionale non può far finta di niente, auspico che il ministro Centinaio convochi nella maggiore delle isole Egadi un tavolo tra istituzioni e comparto per ridiscutere totalmente le quote di pescato comunitarie e nazionali". Lo afferma l’assessore alle Attività produttive della Regione siciliana Mimmo Turano.

"Abbiamo bisogno - sottolinea Turano - di riaprire la discussione in Europa sulle quote tonno ed anche di avviare una revisione della ripartizione delle quote tra le diverse modalità di pesca che attualmente avvantaggiano le cosiddette 'tonnare volantì a discapito di quelle fisse o con palangaro, e quelle che riguardano i singoli pescatori che attualmente vedono delle ripartizioni che impediscono di vivere dignitosamente".

"E' inconcepibile che una regione come la nostra debba affidarsi ad un ricorso per tutelare diritti storici e un’economia basata sul mare. L’inerzia del governo nazionale su questo tema, l’atteggiamento pilatesco del ministero che ha portato all’umiliazione del nostro territorio, dei nostri pescatori e delle nostre aziende non sono più tollerabili - conclude - Il ministro e il sottosegretario vengano in Sicilia ad affrontare la questione, dimostrino che vogliono tutelare veramente il lavoro e la vita dei siciliani e non gli interessi di altri".

Sulla vicenda interviene anche il Pd: "Appena giunto a Favignana perché la vicenda delle quote tonno grida vendetta. Sono qui per difendere i pescatori, gli imprenditori. Non in nome di un partito, ma nel nome della Sicilia. Faremo le barricate contro il governo Lega-M5S", scrive su Twitter il segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone.

Gli fa eco anche l'europarlamentare del Pd, Pietro Bartolo: "Il decreto sulle quote tonno va ritirato e riformulato - scrive sui social -, non ci sono altre alternative. Cambiare le regole in corsa significa condannare a morte un intero comparto che dà lavoro a circa 80 persone e sostentamento a un territorio fragile. Favignana ha rappresentato un modello virtuoso, capace di coniugare tutela di un patrimonio ambientale e storico con il lavoro. Un modello di sviluppo che andrebbe sostenuto e non, come fa il governo, penalizzato. Oltre al danno, risulta insopportabile la beffa di un provvedimento ad orologeria, adottato subito dopo le elezioni. Giusto per ricordare ancora una volta ai siciliani che la campagna elettorale è finita e che loro sono tornati ad essere il nemico".

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