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Blitz a Trapani, il mafioso non mangia bene al ristorante e pretende il rimborso e le scuse

Nell'operazione «Scialandro» emerge la vicenda che vede protagonista Pietro Armando Bonanno, già condannato per omicidio

Tribunale di Palermo

Nel corso delle indagini antimafia che hanno portato a 21 arresti nel Trapanese, gli investigatori si sono anche imbattuti in una estorsione, piccola cosa, 50 euro, una sciocchezza rispetto alla gravità del resto delle accuse mosse agli indagati, ma spiega in modo chiaro, la realtà che si viveva a Custonaci.

Vede protagonisti Gioacchino Barraco, 50 anni, uno degli indagati, e Pietro Armando Bonanno, con a carico una condanna per omicidio e associazione mafiosa, vicino alla cosca ericina, e coinvolto in numerose inchieste. Ai due gli investigatori contestano il reato di estorsione.

È il 10 marzo 2022 a Trapani. Barraco e Bonanno, secondo quanto accertato dagli investigatori nel corso delle indagini, costringono un ristoratore trapanese a restituire 50 euro come "rimborso" di parte del prezzo pagato da Bonanno, il quale dopo avere mangiato nel ristorante della vittima, non era rimasto soddisfatto. Bonnano, infatti, aveva considerato troppo esoso il conto e invece di lamentarsi, vuole le scuse del ristoratore e il rimborso.

Il 27 febbraio chiama Andrea Ferrara per chiedere informazioni su come avvicinare il titolare del ristorante: "Chi c'è lì che è amico di questo cornuto?". È arrabbiato per la mancanza di rispetto: "Perciò vai da quello e gli rubi i soldi di faccia e faccia?" e chiede all'interlocutore di attivarsi per una "riparazione".

Giocchino Barraco, alcuni giorni dopo, dice a Bonanno di aver parlato con il gestore del ristorante, il quale, avendo saputo solo dopo che si trattava di Bonanno, si proponeva di restituirgli 40 euro oltre che acquistare della carne presso la sua macelleria ("... Pietro mio domani ti viene a portare quaranta euro e ti porta pure... e si prende pure la carne... capito Pietro mio?... Noo... diceva... eh... Gioacchino non lo sapevo che era Pietro... gli ho detto ma tu come ti comporti così con Pietro... ci fai pagare ottanta euro pezzo di cornuto... Lui lo sai le cose che ha passato nella vita").

Detto fatto, il giorno dopo il titolare del ristorante di Trapani si presenta nella macelleria di Bonanno, si scusa per quanto accaduto e per non averlo riconosciuto ("secondo te se ti conoscevo... che cosa facevo?... ah scusami se non ti conoscevo... se ti conoscevo... sapevo cosa dovevo fare"), restituisce la somma di cinquanta euro ("Quanto ti devo fare, cinquanta?"). L'imprenditore quindi si scusa addirittura e si dichiara a disposizione ("Grazie... scusami... buon lavoro... ciao grazie... quando vuoi, a disposizione").

Chi è Pietro Armando Bonanno

Pietro Armando Bonanno, con una condanna per omicidio e associazione mafiosa, vicino alla famiglia mafiosa trapanese, è coinvolto in una serie di inchieste antimafia. Fu arrestato nel 2005 in Argentina dopo un anno di latitanza: era scappato dall’Italia il giorno dopo la sentenza di condanna all’ergastolo resa definitiva dalla Corte di Cassazione per omicidio. Bonanno divenne uccel di bosco prima che la condanna diventasse esecutiva. È ritenuto colpevole dell'omicidio a Trapani di Pietro Ingoglia avvenuto nell'88.

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