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La strage delle donne, Marisa in prima linea contro la violenza: a Salemi sarà lutto cittadino

Un post pubblicato sui social l’8 marzo dalla vittima: «Dobbiamo fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà. È vero. La parità non esiste ancora...»

Marisa Leo, la donna che è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dall'ex convivente, in una immagine che la ritrae con la sua bambina

Ancora un femminicidio, l’ennesimo, con un copione sempre identico. Stavolta la vittima è una donna siciliana, Marisa Leo, 39 anni, dipendente delle cantine Colomba bianca. A ucciderla a colpi di carabina è stato l’ex compagno Angelo Reina, 42 anni, che poi l’ha fatto finita sparandosi con la stessa arma prima di precipitare da un viadotto in autostrada alto circa cinquanta metri. Sulla sfondo una relazione tormentata, difficile, nonostante una bambina di quattro anni, capelli biondi e occhi chiari, frutto della loro relazione. Alle spalle una denuncia per stalking che Marisa Leo aveva presentato nel 2020 in seguito ai continui litigi con l’uomo, proprietario di un vivaio a Marsala.

Ultimamente i rapporti sembravano essersi un po' rasserenati. Al Vinitaly di Verona, nell’aprile scorso, Marisa Leo, al lavoro nello stand di Colomba bianca, era in compagnia di Reina che l’aveva aiutata nel prendersi cura della bambina. Ma evidentemente l’uomo non si era voluto rassegnare alla fine di quella storia.

Ieri sera l’epilogo tragico nel luogo dove il vivaista ha dato appuntamento alla sua ex compagna, le ha puntato una carabina contro e ha sparato lasciandola a terra riversa in una pozza di sangue. Poi, a bordo della sua Porsche Cayenne si è immesso sull’autostrada Mazara-Palermo e su un viadotto, tra gli svincoli di Alcamo ovest e Castellammare del Golfo, si è sparato con lo stesso fucile, lasciandosi cadere nel vuoto.

È stato un automobilista di passaggio ad assistere alla scena e ad avvertire la polizia. Così sono scattate le indagini per risalire all’identità e dai database è emerso che Reina era stato denunciato per stalking dalla donna. Gli investigatori della squadra mobile si sono messi allora sulle tracce di Marisa Leo. L’hanno chiamata inutilmente al telefono. È stato allertato anche il presidente della cantina Colomba bianca, Dino Taschetta. Fino alla scoperta che si temeva: al vivaio di famiglia di Angelo Reina i poliziotti hanno trovato l’auto della donna e il suo corpo senza vita.

«Avevamo lavorato tutto il giorno insieme in ufficio - racconta il direttore di Colomba bianca, Giuseppe Gambino - ed è stata lei a dirmi che, appena usciva dalla cantina, sarebbe dovuta andare a prendere la bambina».

Originaria di Salemi, la vittima da sette anni si occupava di marketing all’interno della cantina e faceva parte dell’associazione Donne del vino in Sicilia.

«Marisa dentro la nostra associazione aveva concepito il format ‘DxD Calici di vita, nato per supportare le vittime di violenza. È paradossale che proprio lei sia stata vittima», ricorda Roberta Urso, presidente dell’associazione in Sicilia. «Era dolce e intelligente ed era particolarmente sensibile nei confronti del tema delle donne in difficoltà», aggiunge commossa.
«Mancherà a tutti noi. Era una persona dolce, perbene e, insieme, abbiamo fatto tantissimo lavoro per lo sviluppo della nostra cantina. È difficile credere che lei non c’è più», dice il presidente delle cantine Colomba bianca Dino Taschetta.

Anche Domenico Venuti, sindaco di Salemi, città dove risiede la famiglia della vittima, ha parole di cordoglio: «La nostra comunità è sconvolta. Non ci sono parole per descrivere il dolore per una tragedia assurda e inaccettabile. Ci stringiamo ai familiari nel ricordo di una ragazza solare che amava la vita. Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino».

Di Marisa Leo, oltre al ricordo doloroso delle persone che l’hanno conosciuta e a una bambina di quattro anni, resta un post pubblicato sui social l’8 marzo di tre anni fa: «Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà. È vero. La parità non esiste ancora, il nemico più grande rimane il pregiudizio inconsapevole di tanti uomini, il pericolo maggiore è la mancanza di consapevolezza di molte donne...».

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