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Il pestaggio del militare marsalese, la supertestimone: lite per un parcheggio

Una prostituta romena ha raccontato agli investigatori le fasi dell'aggressione, per un futile motivo. Ancora in fuga il tunisino Abidi Mohamed sospettato di aver colpito Pipitone al volto

Il caporale maggiore dell'Esercito Danilo Salvatore Lucente Pipitone in una recente foto

La tragica morte di Danilo Salvatore Lucente Pipitone, il militare originario di Marsala, ucciso brutalmente a Roma, ancora senza un colpevole. Ci sarebbe una supertestimone che ha assistito al pestaggio del caporal maggiore deceduto al Policlinico Umberto I.
È una prostituta romena. La donna sentita dagli investigatori della Squadra Mobile ha riferito che il pestaggio sarebbe arrivato dopo una lite per un parcheggio: «Togliti quello è il mio posto». Di fronte alla risposta a muso duro del militare è arrivato il pestaggio: «Che cavolo vuoi?».
La ragazza la notte di venerdì 11 febbraio, intorno alle due, ha visto due uomini litigare furiosamente. Danilo, sarebbe stato aggredito prima verbalmente e poi fisicamente, per aver parcheggiato la sua Panda in un posto che doveva rimanere libero.
La Mobile è alla ricerca di un 30enne tunisino Abidi Mohamed sospettato di aver colpito Pipitone al volto, facendolo cadere a terra. Il tunisino ha fatto perdere le sue tracce.
Alcune pagine social di tunisini in Italia stanno facendo girare la fotosegnaletica del loro connazionale nel tentativo di aiutare le forze dell’ordine a trovarlo.
Abidi era venuto in Italia 10 anni fa inseguendo il sogno di diventare un calciatore professionista.
Gli investigatori sono sulle sue tracce e quelle di un probabile complice, dal momento che dal luogo del delitto è stata vista fuggire via una Fiat 500 Abarth la cui targa è in possesso delle forze dell’ordine.
In questo momento di grande dolore l’amministrazione di Marsala ha voluto essere vicina alla famiglia di Danilo che abita in contrada Matarocco. Il papà del caporal maggiore Vito, è stato per anni autista di scuolabus della città liljbetana.

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