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A Pantelleria caccia ai piromani con le foto satellitari, il Comune: chi sa parli

La procura di Marsala avvia un'inchiesta. Il procuratore Roberto Piscitello ha sorvolato la zona con un elicottero dei vigili del fuoco

I vigili del fuoco controllano l'incendio sull'isola di Pantelleria domato nella mattinata del 18 agosto 2022

Potrebbero essere le foto satellitari aggiornate in tempo reale e analizzate dal Nucleo specializzato dei carabinieri, delegato dalla Procura di Marsala, ad accertare la causa del maxi incendio che ieri ha mandato un fumo sessanta ettari di vegetazione a Pantelleria minacciando diverse ville. L'incendio è stato domato solo questa mattina.

Le immagini «racconteranno» da dove e come si è propagato il rogo e se sia scoppiato da due o più focolai distinti o da un unico punto. Nel primo caso potrebbe trattarsi di un incendio doloso appiccato in due diverse località. Il fronte del fuoco era di circa 400 metri.
La procura di Marsala intanto ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per incendio colposo.

Il procuratore Roberto Piscitello ha sorvolato la zona con un elicottero dei vigili del fuoco. Sono in corso ispezioni sui luoghi per trovare eventuali tracce di inneschi volontari. I magistrati valuteranno anche l’efficienza del sistema di prevenzione predisposto dal Comune dell’isola e dall’ente parco.

Il racconto dell'inferno

Pantelleria ha vissuto sette ore d’inferno:  la fuga a piedi nei sentieri tra lingue di fuoco col cielo illuminato di rosso e il fumo soffocante. La gente che scappa verso il mare.
Chi ha una barca o un gommone fa salire più persone possibili; un gruppetto, una trentina circa, trova riparo nelle motovedette della Capitaneria di porto, dal mare assistono al rogo che brucia vegetazione, palme, ulivi. Dalla zona di Gadir, uno dei fronti del fuoco (l’altro è stato Karma), fuggono a bordo di alcuni van lo stilista Giorgio Armani e i suoi ospiti che stavano facevano un aperitivo quando il rogo li ha sorpresi: raggiungono il porticciolo e salgono sulla barca; poco dopo lo stilista apre il suo yatch a Marco Tardelli e alla compagna Myrta Merlino, ma anche ad altra gente spaventata, tra cui bambini. Ci rimarranno tutta la notte.

«Ora stiamo tutti bene e la casa di Armani non ha subito danni», dice una collaboratrice dello stilista. «In 15 minuti si è scatenato l’inferno, siamo stati velocissimi a scappare e quindi non posso dire di avere avuto paura per noi: ma per la casa sì e invece è un miracolo che è ancora qui, intatta», tira un sospiro di sollievo Marco Tardelli.
Mentre la montagna brucia, dal loro ranch l’attore Claudio Santamaria e la moglie Francesca Barra fanno alcuni video dello scempio, proprio sopra la villa di Armani. Pompieri, uomini della forestale, carabinieri e volontari di protezione civile si inerpicano fin dove possono per spegnere le fiamme, più in alto non si può salire; è buio e i canadair non possono volare.

Cocina: incendio doloso

A Palermo il capo della protezione civile, Salvo Cocina, raccoglie le prime informazioni da chi sta lottando col fuoco, in stretto contatto con il Dipartimento nazionale.
«È uno scenario da incendio doloso», commenta subito. I soccorritori individuano almeno due punti a distanza di 400 metri l’uno dall’altro: è da qui che probabilmente qualcuno ha appiccato i roghi. Il vento di scirocco poi ha fatto il resto.

«In 10 minuti si è scatenato l’inferno - racconta Dario Cancila, in vacanza a Pantelleria con la famiglia in una cala di Gadir - si vedevano le fiamme, alimentate dal vento, che si avvicinavano alle nostre case e l’aria è diventata irrespirabile per il fumo. Poco dopo è andata via la luce. Ci sentivamo accerchiati dal fuoco, così siamo scappati a largo con i nostri gommoni».
Per fortuna lo scirocco soffiava verso la costa, altrimenti sarebbe stata una tragedia», afferma Cocina. Intorno alla mezzanotte l’area dell’incendio è stata circoscritta, «grazie a un lavoro di squadra eccezionale», sostiene il sindaco di Pantelleria, Vincenzo Campo.
Già in nottata, la Protezione civile assicurava che non c’erano stati danni a persone o abitazioni, la conferma poi arriva in mattinata quando i vigili del fuoco hanno effettuato i sopralluoghi.

La conta dei danni

Gli ultimi focolai sono stati spenti da due canadair e da altri mezzi aerei del Corpo forestale, che hanno cominciato a lanciare acqua dal cielo alle prime luci dell’alba. Da un primo bilancio emerge che sono andati in fumo circa 60 ettari di vegetazione, 16 le persone sgomberate nella notte, 30 quelle che sono fuggite per precauzione (18 delle quali ospitate dal Comune), nessun ferito, un solo turista con problemi respiratori è stato soccorso e poi dimesso.
La Procura di Marsala, guidata da Roberto Piscitello, ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti per incendio colposo. I pm stanno acquisendo anche  i rilievi fotogrammetrici e tutte le ordinanze comunali sulla prevenzione per capire dalle bruciature sul terreno da dove sia partito l’incendio e se siano state prese tutte le misure necessarie a prevenire e gestire eventuali roghi in una zona che in estate per le alte temperature è spesso colpita da incendi devastanti.

Il sindaco: chi sa parli

Sulla propria pagina Facebook, il Comune di Pantelleria lancia un appello: «Se qualcuno sa, parli, perché questo scempio è una ferita per tutta l’isola». Il rogo di Pantelleria è l’ennesimo di un’estate drammatica in tutta Europa. Per il portavoce della Commissione Ue, Balazs Ujuvari, sono stati distrutti oltre 700mila ettari di territorio boschivo: «È un record da quando è iniziata la raccolta dei dati dal 2006».

 

Allarme del Wwf: la Sicilia rischia la desertificazione

Oltre il 77% degli incendi siciliani «sono dolosi e inarrestabili», afferma il Wwf aggiungendo che «i roghi di maggiore consistenza degli ultimi anni sono stati appiccati nelle ore serali e in condizioni di vento tali da rendere le fiamme indomabili». Nel rilevare che «la Sicilia è a rischio desertificazione poiché dotata di scarsa copertura boschiva (solo l’11% del territorio) e vittima della crisi climatica», l’organizzazione ambientalista ritiene «fondamentali azioni di prevenzione con piani strategici e ripristino che arrestino la scomparsa dei boschi».
Nel 2021, ricorda il Wwf, la Sicilia «vanta il triste primato di regione con la maggiore superficie coperta dal fuoco: 78.000 ettari (soprattutto terreni coltivati e pascolati), quasi lo stesso valore riscontrato nell’intero resto d’Italia».

La ong aggiunge che «come riportato nel Piano Regionale antincendio boschivo 2020, spesso l’incendio viene causato per creare posti di lavoro (nelle attività di avvistamento, di estinzione, nelle attività successive di ricostituzione), noto come industria del fuoco o industria degli incendi».

Fra le altre cause, il Wwf indica «interessi di vario genere su terreni o per ritorsioni o intimidazioni», «per il recupero di terreni pascolabili», «lo smaltimento dei rifiuti e le discariche abusive» e l’uso «per barbecue, lanterne cinesi e fuochi d’artificio». In Sicilia, quindi, il Wwf ritiene «necessarie azioni di riforestazione» e «una solida ed efficiente struttura di gestione e controllo delle aree forestali e vegetative».

 

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