«In 15 minuti si è scatenato l’inferno, siamo stati velocissimi a scappare e quindi non posso dire di avere avuto paura per noi: ma per la casa sì e invece è un miracolo che è ancora qui, intatta». Marco Tardelli al telefono con l’ANSA racconta dal suo dammuso di Pantelleria la brutta avventura vissuta ieri anche da lui e dalla sua compagna, Myrta Merlino, quando è divampato l’incendio che ha diviso in due l’isola. La coppia si è messa in salvo e ha trascorso la notte in sicurezza sullo yacht di Giorgio Armani e stamattina è già rientrata nella loro casa di Pantelleria.
«Armani ci ha portati tutti in barca»
Anche Giorgio Armani sta bene, solo qualche palma al confine della sua villa è stata toccata dal maxi rogo divampato ieri nell’isola. Lo racconta una collaboratrice dello stilista, ospite della villa in Sicilia. «Siamo qui e stiamo tutti bene» dice, spiegando che Giorgio Armani «ha sempre la reazione giusta al momento giusto. Stavamo facendo l’aperitivo quando abbiamo visto le fiamme, ci hanno avvisati subito del pericolo e lui - racconta - ci ha portati in salvo in barca, dove abbiamo passato la notte».
Il racconto di chi è fuggito dalle fiamme
«Sono state ore difficili, di paura e, per un attimo sono stata anche colta dal panico che mi ha fatto perdere la cognizione di cosa stava succedendo». Dorella Ferrito, 35 anni, quando l’incendio di ieri a Pantelleria avanzata verso Gadir, si trovava al ristorante «Da Andrea», il locale a pochi passi da casa dello stilista Giorgio Armani, dove collabora per la stagione estiva. La donna, originaria dell’isola e che normalmente lavora in un ristorante a Roma, ieri notte è tornata a casa dei genitori grazie all’intervento di alcuni volontari.
«Che era divampato l’incendio lo abbiamo appreso da alcuni turisti che avevano prenotato al ristorante - racconta Dorella Ferrito - ci hanno telefonato dicendo che non potevamo raggiungerci perché le strade erano bloccate. Così abbiamo capito che era successo qualcosa di grave».
Da Gadir le prime fiamme le hanno viste sulla Cuddia superiore. «Con gli altri dipendenti del ristorante ci siamo messi in macchina ma lungo, la strada verso la perimetrale siamo stati bloccati da altri automobilisti - racconta ancora Dorella - così ci siamo ritrovati tutti al porto di Gadir: c’erano anche bambini».
Hanno chiuso porte e finestre del ristorante, mentre la fornitura di energia elettrica è stata interrotta. «Ci siamo ritrovati avvolti da fumo e fuliggine - dice ancora Dorella - poi, insieme ad altri cinque ragazzi, ci siamo messi a camminare lungo una mulattiera che conduce alla strada di collegamento tra Gadir e l’Arco dell’Elefante. Intanto al porto di Gadir abbiamo visto arrivare i mezzi della Guardia Costiera ma noi, già sulla strada, abbiamo deciso di continuare, fino a quando non abbiamo incontrato alcuni automobilisti che ci hanno portato fuori da quell’inferno».
«In 10 minuti si è scatenato l’inferno. Si vedevano le fiamme, alimentate dal vento, che si avvicinavano alle nostre case e l’aria è diventata irrespirabile per il fumo. Poco dopo è andata via la luce. Ci sentivamo accerchiati dal fuoco, così siamo scappati a largo con i nostri gommoni». A raccontarlo è Dario Cancila, in vacanza a Pantelleria con la famiglia nella sua casa a cala di Gadir, nella parte dell’isola interessata dall’incendio di ieri. «In attesa dei mezzi della capitaneria eravamo in venti sul mio gommone - prosegue - poi ci hanno trasferito sulle imbarcazioni di soccorso e siamo stati accompagnati negli alloggi messi a disposizione per la notte. Siamo potuti rientrare nelle nostre abitazioni solo stamattina. Per fortuna non abbiamo avuto danni». E nella cala di Gadir, nota anche per la casa dello stilista Giorgio Armani, la paura ieri sera è stata tanta. «C’erano i bambini spaventatissimi - ricorda Mirella, proprietaria di un dammuso - una ragazza è scoppiata a piangere. Alcune persone sono fuggite a piedi sul versante opposto attraverso dei sentieri bui per allontanarsi da qui. Io ho lasciato la mia casa aperta e sono fuggita via mare. I soccorsi sono stati tempestivi. Eravamo circa in 50 su una motovedetta». E stamattina tanti curiosi si fermano a scattare foto e a guardare i danni del rogo. «Speriamo che gli ultimi focolai vengano definitivamente spenti e che si accertino le responsabilità» ripetono in tanti.
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