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Abate, una tripletta per lanciare il Trapani

Giovanni: «Tre gol li avevo segnati solo tra i Pulcini. Una gioia immensa, ma il merito è di tutti. Non dobbiamo fermarci»

TRAPANI. L'ultima volta che ho segnato tre gol in una partita? Giocavo tra i Pulcini». A 33 anni suonati, il centravanti del Trapani Giovanni Abate si è preso la grandissima soddisfazione di mettere a segno la sua prima tripletta da professionista, contro una squadra, l'Avellino, per la quale nell'ormai lontanissimo gennaio 2002 lasciò il Palermo, con il quale aveva esordito in serie B, per cercare di trovare continuità e fortuna.

Tre gol in una partita, in effetti, Giovanni Abate non li aveva segnati neanche nel 2012-2013, nella stagione per lui più prolifica, quella della storica promozione in serie B: 14 reti, solo una in meno del bomber Matteo Mancosu. Tre gol di pregevolissima fattura che, assieme a quello di Denis Nadarevic, hanno dato contorni importanti, degni della qualità della prestazione offerta dai granata per almeno un'ora di partita, alla vittoria in rimonta ottenuta mercoledì scorso al «Provinciale» sull’Avellino, passato in vantaggio su una delle ormai proverbiali, ma l'unica del match, «dormite» della difesa del Trapani. Una vittoria che riporta i granata nel virtuale affollatissimo podio della classifica. Salutato da una commovente «standing ovation» quando è uscito dal terreno di gioco, Giovanni Abate sembra ancora stropicciarsi gli occhi, ma non perde la serietà, la compostezza, la generosità e la modestia che lo contraddistinguono.

«Sicuramente sono strafelice - afferma - perché il gol per un attaccante è sempre importante ed io che segno poco sto ancora provando una gioia ed un'emozione immense che ho voluto condividere con la mia famiglia, con i compagni, il mister e lo staff, la società e soprattutto il presidente, i tifosi e la città. Ma i complimenti vanno fatti a tutto il Trapani. Venivamo da due gare (in casa con il Perugia e in trasferta a Modena, ndc) in cui avremmo meritato qualcosa in più del solo pareggio per 2-2 con gli umbri. Avevamo, pertanto, tanta rabbia in corpo e si è visto. Dopo che siamo andati in svantaggio, è venuto fuori un grande Trapani, con grande volontà, fame e determinazione. E questo è lo spirito che deve contraddistinguerci. Dobbiamo trovare continuità in questo atteggiamento e se ci riusciamo potremo fare cose importanti».

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