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Favignana ancora al centro di inchieste per appalti pilotati e tangenti

L'indagine della Dda, che ha portato ad 11 arresti, ha svelato il patto illecito fra alcuni imprenditori

L’isola di Favignana ancora una volta al centro di storie di appalti pilotati e tangenti. Nel gennaio scorso erano finiti nel mirino dei carabinieri di Trapani gli appalti di scerbatura delle strade a Favignana, la manutenzione dell’acquedotto e la gestione delle erogazioni idriche non solo a Favignana ma anche a Levanzo. Una vicenda che, seppure piccola in termini di giro d’affari, testimonia come il settore dei lavori pubblici possa essere aggredito da soggetti che, in termini teorici, non avrebbero le carte in regola per aggiudicarsi gli appalti.

A finire ai domiciliari Francesco Russo, imprenditore arrestato nel 2019 nell’operazione antimafia Scrigno. Ora la nuova indagine dell’Arma, coordinata dalla Procura di Palermo, è sfociata nell’arresto di undici persone. Ha svelato il patto illecito fra alcuni imprenditori ed Elisabetta Bonsignore, finita ai domiciliari, procuratrice speciale della Sea, società che gestisce la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica a Favignana. La donna avrebbe ricevuto o accettato la promessa di denaro in cambio dell’assegnazione di alcune commesse alla Omnia di Antonino Putaggio, anche lui finito ai domiciliari, e alla Fb Transport di Natale e Giovanni Beltrallo (il primo ai domiciliari, l’altro in carcere, ndr).

A giugno del 2020 Giovanni Beltrallo fu coinvolto in un’altra indagine dei carabinieri e continuava ad essere monitorato. Era indiziato di far parte di Cosa nostra. I militari registrano l’apprensione della Bonsignore per la vicenda ma mantiene i contatti con la moglie di Beltrallo. Li aspettava un periodo difficile, per «almeno due anni», visto che «gli devono fare il processo è nel registro degli indagati per mafia». Elisabetta Bonsignore è moglie di Leonardo Palmeri, anche lui finito in carcere. La Sea affida alla Omnia i lavori di scavo e ripristino di quattro linee di distribuzione di energia importo: oltre 500 mila euro. È Beltrallo a sponsorizzare la società di Putaggio.

I lavori, finanziati con soldi pubblici, prevedevano una procedura negoziata, senza bando, chiedendo un’offerta ad almeno cinque imprese. Il 2 aprile 2021 Bonsignore telefona a Putaggio per informalo di cosa occorre e per accordarsi su quali imprese coinvolgere fra quelle inserite nell’albo dei fornitori. Putaggio il 12 ottobre concorda con il suo socio, Bartolomeo Marino raggiunto da un avviso di garanzia, l’entità dei ribassi che sarebbero stati indicati nelle buste delle offerte presentate dai titolari delle imprese amiche. In realtà, la gara sarebbe stata aggiudicata alla Omnia. I due soci scelgono i ribassi dei «finti» concorrenti: «Quanto ci dobbiamo mettere per questa gara? Il due?». «Mettici il due per cento e a Nino ci mettiamo l’uno».
Bonsignore sa come sarebbe finita la gara. Si scopre anche che i Beltrallo avrebbero pagato tangenti per diventare fornitori del carburante per la centrale termoelettrica. Come emerge dagli atti dell’inchiesta, della vicenda è informato anche Palmeri: lo testimoniano le intercettazioni captate dai carabinieri, dove i coniugi si ripromettevano di utilizzare il denaro ricevuto solo per spese in contanti: «Capito? La spesa, le sigarette, la farmacia». «Bella sostanziosa si vede, ne avevamo bisogno». «Ma spero che questo blocco non siano tutti pezzi da 20 euro». «No tutti pezzi da 20 euro non credo perché è bella grossa». «Bisogna vedere poi questi quanti sono». «Mille e tre». Un’altra volta erano «1.900», perché «erano 19 viaggi». Da qui l’accusa che ricevevano cento euro per ogni consegna di carburante.

Intanto il sindaco di Favignana, Francesco Forgione, ha lanciato un appello alle istituzioni chiedendo la massima vigilanza sugli appalti e le procedure dei lavori in fase di avvio nelle Egadi: «Nelle nostre isole sono in arrivo grandi risorse e sono già in corso gare e assegnazioni di lavori, da quelli previsti per il Pnrr agli interventi per il porto di Favignana, per un valore complessivo di circa 50 milioni di euro. Chiediamo a tutte le istituzioni il più alto livello di vigilanza sugli appalti, le imprese e gli eventuali sub appalti».

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