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Pescatori sequestrati, a Mazara protesta davanti alla casa dei genitori del ministro Bonafede

C'è rabbia e sconcerto a Mazara del Vallo dopo la liberazione, avvenuta ieri pomeriggio, della nave turca «Mabouka», che con il tutto il suo equipaggio composto da sette marinai era stata sequestrata dalla milizia del generale Khalifa Haftar nell’Est della Libia il 5 dicembre scorso. L’annuncio è stato dato direttamente dal portavoce militare di Haftar, il generale Ahmed al Mismari, che ha detto che la nave ha pagato una multa per aver violato le acque libiche.

«La nave turca è stata rilasciata dopo 5 giorni e noi da 3 mesi aspettiamo i nostri pescatori: è vergognoso», dicono i familiari, che hanno protestato davanti alla casa dei genitori del ministro Alfonso Bonafede.

«Siamo indignati perché i nostri congiunti subiscono un trattamento diverso da quello riservato ai turchi. Il ministro degli Esteri ci deve riportare i nostri cari a casa, siamo indignati e disposti ad inscenare proteste estreme», urla Cristina Amabilino, moglie di Bernardo Salvo, uno dei marittimi.

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