Vecchi e nuovi personaggi emergono dall'inchiesta Hesperia, l'operazione con 35 arresti che ha colpito le famiglie mafiose della provincia di Trapani.
Francesco Luppino
Su tutte c'è la figura di Francesco Luppino, arrestato nel 2013 nell'ambito dell'operazione Eden e poi scarcerato, indicato dagli investigatori come uno dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro. A suffragare l'ipotesi degli investigatori una serie di intercettazioni fra altri boss e gregari di cosa nostra che riconoscono a Luppino un determinato ruolo: "numero uno della provincia di Trapani", "per ora il perno principale è lui",
Secondo gli investigatori dopo essere tornato in libertà avrebbe ricominciato a tessere le fila nel mandamento di Campobello Di Mazara. Nel corso delle indagini del Ros sono stati ricostruiti anche rapporti che vanno al di la della provincia di Trapani, con cosa nostra palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i mafiosi trapanesi venivano indicati come "quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro".
Piero Di Natale
Secondo gli investigatori Piero Di Natale è "soggetto profondamente inserito nella struttura organizzativa del sodalizio di tipo mafioso, alla cui fisiologica operatività ha stabilmente recato un proteiforme e qualificato apporto". Di Natale è il braccio destro di Luppino e infatti il suo apporto consiste nell'assicurate la rinnovata operatività mafiosa del boss di riferimento in seno all'intera cosa nostra trapanese.
Piero Di Natale avrebbe reso possibili i contatti e gli incontri tra due esponenti storici della mafia di Campobello di Mazara, ossia tra "Franco" Luppino e Vincenzo Spezia, facilitando, in particolare, la riorganizzazione della "squadra".
Un ruolo che viene riconosciuto dallo stesso capo che gli dice: "Io ti voglio bene come un figlio e quello che hai fatto per me non si può descrivere, ti ringrazio e te ne sarò sempre grato...". E ancora: "Quando viene Piero è la mia stessa persona".
Vincenzo Spezia
Vincenzo Spezia, dicono gli inquirenti, appartiene ad una famiglia "di antico lignaggio mafioso". Alle sue spalle due condanne di mafia per il suo ruolo nell'ambito del clan di Campobello di Mazara. "Vincenzo Spezia - si legge nell'ordinanza che ha portato al suo arresto - ha rassegnato piena ed incondizionata disponibilità a Piero Di Natale, il quale, gli ha prospettato l'esigenza di 'organizzare qualche squadra'".
Il numero tre, dunque, dopo Luppino e Di Natale che si occupava anche di questioni organizzative, come la programmazione di ritorsioni contro i responsabili di furti non autorizzati a Tre Fontane e Torretta Granitola. Oppure le difficoltà insorte nell'alimentazione della cassa della famiglia mafiosa e ciò anche in ragione dell'arresto dell'imprenditore campobellese Calogero Jonn Luppino.
Francesco Giuseppe Raia
Raia fa parte della famiglia mafiosa di Marsala, di cui aveva assunto la reggenza in seguito dell'arresto, nel maggio 2017, di Vito Vincenzo Rallo. Le forze dell'ordine hanno accertato una serie di rapporti fra Raia, tramite Piero Di Natale, con Luppino. "E per le sue interlocuzioni con l'articolazione marsalese dì cosa nostra - si legge nell'ordinanza - un soggetto dello spessore di Franco Luppino non può che avere individuato colui il quale aveva assunto un ruolo direttivo in seno a cosa nostra lilibetana, tale essendo, Franco Raia".
A supporto della caratura di Raia anche i rapporti intrattenuti con Dario Messina, già capo del mandamento mafioso di Mazara del Vallo: "L'operatività mafiosa di Raia ed il ruolo di vertice assunto in seno alla famiglia mafiosa di Marsala trovano ulteriore conferma in plurime emergenze investigative afferenti ai reati-scopo dell'illecito sodalizio a lui contestati".
Antonino Ernesto Raia
Antonino Emesto Raia, da tutti conosciuto come Nino, è il fratello di Franco, reggente della famiglia mafiosa di Marsala, e figlio di Asparino Raia, condannato all'ergastolo per più omicidi.
Il legame a cosa nostra di Nino Raia trova conferma, secondo chi indaga, nel suo ruolo di controllo delle aste giudiziarie immobiliari, il settore in cui si era specializzato, avvalsosi di Francesco Pulizzi (anche lui arrestato nell'ambito dell'operazione Hesperia) per reperire le informazioni relative ai procedimenti giudiziari e di creare i rapporti con custodi e curatori.
E con i proventi ricavati dal condizionamento delle aste giudiziarie Nino Raia avrebbe anche assicurato sostegno economico al detenuto Vito Vincenzo Ratio (ex capo della famiglia mafiosa di Marsala).
I nomi di tutti gli indagati
Questi gli indagati portati in carcere: Francesco Luppino, 62 anni, Campobello di Mazara, Piero Di Natale, 41 anni, Castelvetrano, Vincenzo Spezia, 59 anni, Trapani, Francesco Giuseppe Raia, 55 anni, Marsala, Antonino Ernesto Raia, 60 anni, Marsala, Antonino Cuttone, 86 anni, Vito Gaiazzo, 67 anni, Mazara del Vallo, Antonino Pace, 72 anni, Mazara del Vallo, Marco Buffa, 49 anni, Mazara del Vallo, Francesco Pulizzi, 69 anni, Marsala, Marco Manzo, 57 anni, Campobello di Mazara, Vito Vincenzo Rallo, 62 anni, Marsala, Carmelo Salerno, 62 anni, Paceco, Giuseppe Salerno, 32 anni, Erice, Leonardo Casano, 50 anni, Marsala, Giuseppe Speciale, 40 anni, Partinico, Michele Vitale, 30 anni, Partinico, Antonino Nastasi, 52 anni, Palermo, Vito De Vita, 45 anni, Marsala, Riccardo Di Girolamo, 44 anni, Mazara del Vallo, Jonathan Lucchese, 29 anni, Palermo, Rosario Stallone, 48 anni, Castelvetrano. Ai domiciliari sono: Tiziana Rallo, 42 anni, Marsala, Vincenzo Romano, 77 anni, Mazara del Vallo, Giuseppa Prinzivalli, 48 anni, Marsala, Girolamo Li Causi, 55 anni, Marsala, Marcello Salvia, 43 anni, Palermo, Stefano Putaggio, 49 anni, Marsala, Antonino Lombardo, 69 anni, Marsala, Nicolò Macaddino, 62 anni, Mazara del Vallo, Bartolomeo Macaddino, 58 anni, Mazara del Vallo, Lorenzo Catarinicchia, 41 anni, Marsala, Francesco Stallone, 55 anni, Campobello di Mazara, Paolo Bonanno, 48 anni, Mazara del Vallo.
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