Non è stata un'esperienza felice quella vissuta domenica scorsa da Dario Gentile, nella tribuna stampa del palazzetto di Rieti, mentre la squadra di basket locale incontrava la Pallacanestro Trapani. Per la cronaca i granata hanno battuto i padroni di casa 65 a 67. Ma il match è da ricordare soprattutto per quanto accaduto proprio a Dario Gentile, responsabile della comunicazione della Pallacanestro Trapani, in tribuna stampa. Domenica alcuni tifosi rietini infatti non gli hanno permesso di svolgere il suo lavoro in maniera tranquilla.
Prima gli avvertimenti per la radiocronaca che non andava giù ai tifosi rietini, da "abbassa la voce" a "parla bene", poi gli insulti: "testa di c..." "terrone di m...". Infine le minacce vere e proprie: "Ti do una capocciata". Gentile da anni segue la comunicazione del Trapani Basket ed effettua la radiocronaca di ogni partita, sia in casa che in trasferta. Un episodio grave che lo stesso Gentile racconta così: "Sono un giornalista da 7 anni e da 7 anni, come responsabile della comunicazione della Pallacanestro Trapani, provo anche a raccontare le emozioni di quello che è per me lo sport più bello del mondo. Ho occupato, con riconosciuta educazione, una postazione in tribuna stampa in moltissimi palazzetti d’Italia, ad ogni latitudine, davanti ad ogni tifoseria più o meno calda, lavorando fianco a fianco con dirigenti e giornalisti di altissimo livello, umano e professionale. Abbiamo sempre e reciprocamente gioito per le vittorie, sofferto per le sconfitte delle nostre squadre ma, nella sacralità della tribuna stampa, non è mai mancato il rispetto e a fine partita ci si è sempre salutati con sportività".
Poi racconta: "Evidentemente intimorito ho comunque continuato la cronaca ma, durante l’intervallo, scortato dalla security, sono stato costretto a lasciare la mia postazione in tribuna stampa per essere trasferito nel settore ospiti coi tifosi di Trapani. Posato il computer e tutti gli attrezzi del mestiere ho deciso di continuare a raccontare le immense emozioni della partita, col cellulare di servizio, in piedi, e provando ad aggiornare i social col mio telefono! L’ho fatto per il profondo rispetto che ho per la professione, per l’amore che nutro per il mio lavoro e per il viscerale senso di appartenenza che mi lega a Trapani ed alla maglia granata".
E conclude: “Qualche bullo, impropriamente seduto in tribuna stampa, ha provato ad impedirmi di esercitare il mio sacrosanto e costituzionalmente garantito diritto di cronaca. Ma ha perso!"
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