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Trapani, riforma del porto tra luci e ombre

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Il porto di Trapani

TRAPANI. Grande soddisfazione», da un canto; «rammarico», dall’altro. Li esprime il presidente del Nuovo Consorzio del Porto di Trapani, Andrea De Martino, in ordine alla riforma dei porti approvata in via preliminare, su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, dal Consiglio dei ministri. La «grande soddisfazione» è perché, a 21 anni dalla prima riforma dei porti, nasce il tanto atteso nuovo Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica; il «rammarico» è determinato, invece, dalla mancata previsione di un'Autorità di Sistema della Sicilia sud occidentale che «partendo da Trapani - sottolinea De Martino - avrebbe potuto coinvolgere le isole Egadi e Pelagie, i porti di Marsala, Mazara e Porto Empedocle».

Il «Piano» raffigura la nascita di tredici nuove Autorità Portuali di Sistema (o Distretti). Sono previste sette nuove Authorities di tipo «regionale»: per la Puglia Taranto con Bari, per la Calabria Gioia Tauro, per la Sardegna Cagliari con Olbia, per il Lazio Civitavecchia, per la Campania Napoli con Salerno, per il Veneto Venezia, per il Friuli Trieste, mentre per le restanti sei è stato disegnato un modello di tipo «territoriale»:

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