Il mare che fu scenario della Battaglia delle Egadi continua a restituire tesori archeologici. La campagna di ricerche di agosto ha, infatti, consentito di recuperare un rostro in bronzo che si trovava su un fondale a circa 80 metri di profondità. Il reperto è stato recuperato dai subacquei della Society for documentation of submerged sites (Sdss), con l’ausilio della nave oceanografica da ricerca Hercules, che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l’importante evento storico del III secolo a.C, che pose fine alla prima guerra punica fra romani e cartaginesi. Fu combattuta nel 241 avanti Cristo, a nord-ovest dell’isola di Levanzo, come intuì l'archeologo Sebastiano Tusa, contro corrente rispetto al pensiero comune del passato, tendente a riconoscere nella Cala Rossa di Favignana (rossa come il sangue dei soldati uccisi...) il luogo di quella battaglia.
Il rostro è stato trasferito nel laboratorio di primo intervento nell’ex Stabilimento Florio di Favignana ed è già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Le sue caratteristiche sono simili a quelle degli altri già recuperati nelle precedenti campagne di ricerca: nella parte anteriore una decorazione a rilievo che raffigura un elmo del tipo Montefortino con tre piume nella parte superiore, mentre le numerose concrezioni marine non consentono ancora di verificare la presenza di iscrizioni.
Le attività di ricerca nel tratto di mare tra Levanzo e Favignana sono condotte da circa 20 anni da un team formato dalla Soprintendenza del Mare, dalla statunitense Rpm Nautical Foundation e dalla Sdss.
Caricamento commenti
Commenta la notizia