L'operazione portata a termine oggi (16 aprile) dai carabinieri di Trapani coadiuvati dai colleghi di Palermo, racconta ancora della mafia economica quella che fa affari e non spara, che maneggia denaro, soprattutto sporco e con questa fa affari. Tra le 11 persone finite in manette due nomi noti anche per i rapporti con Matteo Messina Denaro: Salvatore Angelo, 75 anni, e suo figlio Andrea.
Il primo dopo tredici anni di carcere, una volta tornato libero nel 2019, si è rimesso al servizio di cosa nostra, a gestire affari e denaro, diventando anche l'uomo di collegamento con la 'ndragheta degli Strangio. Un accordo, questo, che celava il tentativo di recuperare un tesoro milionario depositato in una filiale di Francoforte della Deutsche Bank. Una operazione che ha preso le mosse dai mafiosi estromessi da Totò Riina, e ora tornati sul campo.
Le intercettazioni dei carabinieri hanno seguito così tutte le fasi del ritorno del denaro nelle mani dei vecchi boss palermitani. Dodici milioni di euro trasferiti dalla Deutsche Bank ad una filiale Hsbc, nella stessa città tedesca di Francoforte. Ed ancora nelle indagini i carabinieri hanno sentito parlare di altri soldi: altre due operazioni, da 4,9 e 38 milioni, soldi da fare tornare in Italia attraverso una rete di imprenditori, con terminali in Irlanda, Polonia e Spagna.
I carabinieri di Trapani hanno ripreso e intercettato le riunioni fra Palermo e Salemi. I vecchi mafiosi tornati a comandare sarebbero Michele Micalizzi e Salvatore Marsalone. Il primo genero di don Saro Riccobono, boss leader nel narcotraffico con gli Usa fatto uccidere da Riina nel novembre 1982. In quella stessa cena fu strangolato Totò Minore, allora capo mafia trapanese e avversario come Riccobono, di Riina. L’indagine odierna accerta l’alleanza rinnovata tra mafia e 'ndragheta.
Gli investigatori hanno fotografato summit dove l'obiettivo dei presenti era ripulire ingenti somme di denaro. Tra i soldi da riciclare, quelli del tesoretto rimasto nascosto, frutto dei guadagni illeciti di Calogero John Luppino di Campobello di Mazara, arrestato nell'operazione “MafiaBet” il cosiddetto re delle scommesse on line clandestine, che operava sotto il controllo del boss Matteo Messina Denaro, che si scoprirà abitava durante la sua latitanza ad un tiro di schioppo dall’intraprendente Luppino.
nella foto la centrale elettrica di Favignana
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