Il pool di pm che indaga sui reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Milano effettuerà approfondimenti sull’architetto Massimo Gentile, arrestato ieri in un’inchiesta della Dda di Palermo con l’accusa di associazione mafiosa per aver prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro e per aver acquistato per conto del capomafia una moto.
Gli accertamenti della Procura milanese, affidati dal procuratore Marcello Viola all’aggiunto Tiziana Siciliano che coordina il «secondo dipartimento», riguarderanno, in particolare, il ruolo professionale di Gentile, originario di Campobello di Mazara ma che da anni vive in provincia di Monza, dove si occupava, prima di finire in carcere, di lavori pubblici per il Comune di Limbiate (Monza). Seguiva appalti per conto del Comune e ha gestito decine di opere finanziate dal Pnrr. Proprio su questi lavori la Procura milanese porterà avanti approfondimenti per verificare eventuali irregolarità connesse alla figura di Gentile.
Tra l’altro, non si può escludere che anche la Dda milanese nel caso si muova con indagini proprie, sempre in collegamento con i colleghi di Palermo. Al momento, gli inquirenti milanesi hanno iniziato ad analizzare le carte dell’inchiesta siciliana. Parente del marito dell’amante storica del boss Messina Denaro, Laura Bonafede, Gentile lavorava all’ufficio tecnico del Comune.
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