Le indagini su un traffico di migranti tra la Tunisia e l’Italia, che oggi hanno portato all’emissione di un decreto di fermo nei confronti di 12 persone, avrebbero consentito di individuare la presenza, nella cellula marsalese della banda, di un tunisino, richiedente protezione internazionale, indiziato di essere uno dei capi dell’organizzazione. L’uomo sarebbe un ex poliziotto tunisino, corrotto. L’indagato sarebbe in stretto contattato con il massimo esponente del gruppo criminale attivo in Tunisia che selezionava i migranti anche attraverso complici e decideva condizioni e prezzo del trasporto.
Otto scafisti già arrestati
Nel corso delle indagini che hanno portato alla scoperta dell’organizzazione sono già stati arrestati 8 presunti scafisti, tutti di nazionalità tunisina, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli arresti in flagranza sono stati eseguiti nel corso di quattro distinti sbarchi, avvenuti sulle coste marsalesi tra il 29 giugno e il 15 settembre del 2023 . Quattro persone sono state indagate anche per resistenza a navi da guerra, avendo tentato la fuga nonostante l’intervento di imbarcazioni della guardia di finanza, giunte in soccorso dei gommoni. In un’occasione, gli scafisti avrebbero ordinato di sparare contro la nave militare dei razzi luminosi.
I migranti trasportati
I migranti che l’organizzazione avrebbe introdotto clandestinamente in Italia sono 73, tra i quali 12 minorenni e 6 donne. Tutti sono stati soccorsi e identificati subito dopo l’approdo sulle coste marsalesi. Tra i profughi, 19 sono stati arrestati per reingresso illegale nel territorio nazionale e 4 in esecuzione di un provvedimento definitivo di condanna per reati contro il patrimonio e spaccio di droga.
I gommoni sequestrati
La polizia ha anche sequestrato 4 gommoni messi a disposizione dalla cellula italiana della banda attiva a Marsala. Le indagini hanno accertato che uno degli indagati italiani avrebbe ricevuto da un altro componente dell’organizzazione di origine tunisina 90 mila euro. Nel corso delle fasi operative sono state eseguite diverse perquisizioni.
I reati contestati
La direzione distrettuale antimafia della procura di Palermo ha delegato la Polizia di Stato a dare esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di 12 indagati, di cui 6 italiani e 6 tunisini, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nella forma aggravata.
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