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L'inchiesta sulla sanità a Trapani, gli affari sporchi decisi davanti al bagno

Primi interrogatori davanti al Gip. Ricostruiti gli interessi dietro la fornitura dei ventilatori polmonari. Emergono particolari su come arrestati e indagati gestivano gli appalti dell’Asp

Sono iniziati ieri davanti al Gip del tribunale di Trapani Samuele Corso, gli interrogatori di garanzia di sei, degli indagati coinvolti nell’inchiesta «Aspide», l’indagine che ha provocato un vero e proprio terremoto nella sanità pubblica trapanese. Ieri gli interrogatori hanno riguardato: Giuseppa Messina, e Gioacchino Oddo, entrambi in carcere, ed ancora: Fabio Damiani, Antonella Federico, Giovanni Iacono Fullone e Alberto Adragna. Oggi si dovrebbe proseguire con gli altri indagati. L’inchiesta «Aspide» porta alla sospensione di sei dipendenti dell’Asp di Trapani indagati: Giuseppa Messina, Anna Lisa Bianco, Antonino Sparaco, Nicola Gangi, Attilio Bonavires, Angela Maria Cruciata.

Intanto, si apprendono nuovi particolari su questa inchiesta condotta dai finanzieri del comando provinciale e coordinata dai sostituti Sara Morri e Francesca Urbani della Procura diretta da Gabriele Paci. Presso la sede provinciale dell’Asp Trapani di via Mazzini, già da tempo i protagonisti o parte di essi rimasti coinvolti nell’operazione sapevano di essere intercettati. Tanto che appena la voce si sparge vengono messe in atto alcune precauzioni basilari. Viene quasi intimato di non parlare. I cellulari vengono tenuti a debita distanza dai luoghi in cui si incontrano, viene utilizzato il labiale per eludere eventuali videocamere.

Luogo principe degli incontri diventa l’antibagno degli uffici dell’Asp come nel caso dell’ufficio del direttore sanitario Gioacchino Oddo. Le immagini lo hanno spesso colto a mimare discussioni con chi lo andava a trovare quando c’era da parlare di questioni «delicate», o a scrivere su dei foglietti. Indagati proprio per aver saputo da una gola profonda dell’inchiesta in corso sono Carlo Gianformaggio e il funzionario Asp Nicola Ganci che si sono premurati di informare il direttore Oddo.

Le fiamme gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno monitorato dal 2021 al 2022 giorno dopo giorno ogni azione di coloro i quali sono finiti al centro dell’inchiesta, scoprendo un sommerso gravissimo, fatto di atti contrari ai doveri d’ufficio da parte di dipendenti dello stesso Ente. L’inchiesta è partita dopo una denuncia presentata in Procura dal direttore amministrativo Sergio Consagra e del direttore sanitario Gioacchino Oddo che da denunciante si è ritrovato denunciato. A seguito dell’arresto del manager dell’Asp Fabio Damiani, coinvolto nell’operazione della Procura di Palermo «Sorella Sanità», i due direttori Consagra e Oddo, infatti avevano inziato a rivedere gli appalti per trovare eventuali irregolarità.

Fra questi le forniture per dotare di ventilatori polmonari 35 posti di terapia intensiva e 135 ordinari durante l’emergenza Covid negli ospedali di Trapani, Castelvetrano e Marsala. La commessa era stata assegnata alla Althea srl di Roma. In nome dell’emergenza, che ha consentito di bypassare l’evidenza pubblica, fu deciso di affidare la commessa da un milione e 350 mila euro alla Althea. Per gli investigatori delle fiamme gialle, Antonella Federico, nella duplice veste di dipendente della Althea, si sarebbe messa d’accordo con Fabio Damiani e la funzionaria Giuseppa Messina, nominata provveditore dell’Azienda sanitaria provinciale. Althea avrebbe fornito apparecchiature non conformi con una falsa attestazione presentata da Federico che su indicazione di Damiani, avrebbe definito il capitolato della gara poi vinta dalla sua azienda.

Dopo che Althea non consegnò parte del materiale ordinato, Oddo in qualità di dirigente generale facente funzione e Messina revocarono la gara in autotutela.

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