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Il naufragio di Selinunte, tre ragazzi si presentano in un centro di Castelvetrano: «C'eravamo anche noi...»

Hanno raccontato di avere vagato per due giorni dopo avere raggiunto la spiaggia. Hanno chiesto di mangiare e di essere accolti. La procura di Marsala ha aperto un'inchiesta sulla sciagura

I vigili del fuoco portano via del bidoni di nafta dall'imbarcazione che si è spiaggiata a Marinella di Selinunte

Tre minorenni, che hanno detto di far parte del gruppo sbarcato venerdì notte sulla spiaggia di Marinella di Selinunte, si sono presentati spontaneamente stamattina in un centro d’accoglienza di Castelvetrano. I tre hanno raccontato agli operatori della struttura di avere vagato per due giorni dopo aver raggiunto la spiaggia e stamattina si sono presentati chiedendo di mangiare e di essere accolti. Gli operatori della struttura hanno chiamato i carabinieri che hanno trasferito i tre ragazzi nel centro di contrada Milo a Trapani per l’avvio dell’iter di identificazione.

Per il forte vento di scirocco che dalla scorsa notte soffia nel mare Mediterraneo, stamattina (30 ottobre) sono state sospese le ricerche a mare di eventuali migranti dispersi nello sbarco di venerdì notte a Marinella di Selinunte. Per il mare agitato i mezzi di guardia costiera e vigili del fuoco non potranno perlustrare la zona di mare dove l’imbarcazione si sarebbe inclinata. Le ricerche continueranno a terra lungo l’arenile tra la foce del fiume Belice e Porto Palo di Menfi, con l’intervento dei vigili del fuoco e del nucleo dei sommozzatori di Palermo.

Ieri non hanno dato alcun esito le ricerche di eventuali dispersi nello specchio d’acqua tra Marinella di Selinunte e Porto Palo. È stato trovato in acqua un giubbotto con soldi e due sacchetti. Sembrava un corpo galleggiante da lontano ad un conducente di acquascooter. Portato a terra, all’interno del giubbotto sono stati trovati 150 euro, 120 dinari (pari a circa 50 euro), pacchetti di sigaretti e i due sacchetti con all’interno probabilmente della marjuana. Il tutto è stato consegnato alla polizia e posto sotto sequestro. Non si esclude che questo materiale sia potuto appartenere a uno degli scafisti.

La procura di Marsa ha aperto un'inchiesta. Si indaga per cercare soprattutto di capire quante persone erano a bordo del motopesca naufragato nella notte di venerdì e spinto dalle onde sulla battigia davanti al Paradise beach. Le ricerche si sono concentrate da parte dei sommozzatori di Palermo tra il punto del naufragio e la zona verso Porto Paolo, chiamata Isolette, i cui fondali presentano anfratti e molta posidonia.

Nel frattempo, sono stati trasferiti alla tensostruttura di Porto Empedocle e al centro di Milo di Trapani i ragazzi scampati alla tragedia, che ha contato cinque morti, tutti giovani, portati in spiaggia dalla corrente. Attraverso mediatori culturali e interpreti, la procura di Marsala sta sentendo i superstiti, cercando di acquisire elementi utili alle indagini. Dalla Tunisia arrivano appelli di aiuto dalle famiglie che cercano di avere notizie dei propri cari, con i quali non riescono a mettersi in contatto con loro, avendo perso i ragazzi i cellulari. Molti non sanno ancora della tragedia. Alcuni degli occupanti del motopesca, giovani tunisini, venivano dell’entroterra, come ha ricordato il giovane superstite Rayan, che in uno stentato francese ha dichiarato che tanti di loro non avevano mai visto il mare.

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