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Trapani, Ruggirello annuncia appello: «È lontano da dinamiche di mafia», dicono i legali

Paolo Ruggirello al momento dell'arresto

Sei condanne e due assoluzioni. Il collegio presieduto dal giudice Daniela Troja, a latere Marroccoli e Cantone, accogliendo le conclusioni evidenziate nel corso della requisitoria fatta dai pm della Procura antimafia di Palermo, Gianluca De Leo e Luisa Bettiol, ha condannato sei degli otto imputati a pene complessive per 62 anni e otto mesi di carcere. Si chiude così il processo scaturito dall’operazione antimafia dei carabinieri del marzo 2019 denominato «Scrigno».

Dopo oltre 4 ore di camera di consiglio, la sentenza. Tra le figure di spicco, l’ex deputato regionale del Pd Paolo Ruggirello, condannato a 12 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Nei confronti di Ruggirello i giudici hanno cambiato l’accusa da associazione mafiosa a concorso esterno in associazione mafiosa. L’accusa, che gli aveva contestato l’associazione mafiosa aveva chiesto per il politico trapanese la condanna a 20 anni.

Ruggirello è accusato di avere cercato l’appoggio delle cosche del Trapanese, le stesse del capomafia di Castelvetrano: in cambio l’esponente del Pd (passato dal Mpa e ad Articolo 4 e infine ai dem) sarebbe stato il punto di riferimento all’interno dell’amministrazione regionale, facendo vincere appalti a imprese «amiche». Ruggirello avrebbe incontrato Pietro Virga, figlio del capomafia Vincenzo. Lo stesso Ruggirello aveva ammesso di avere ricevuto da Pietro, prima delle Regionali del 2017, la richiesta di 50 mila euro in cambio di mille voti, lui avrebbe accettato, solo per troncare il discorso e andare via.

La pena maggiore è stata inflitta all’anziano “consigliere” del mandamento mafioso di Trapani, Nino Buzzitta, 21 anni. Sedici anni all’agrigentino, originario di Ravanusa, Vito D’Angelo che sull’isola di Favignana aveva organizzato una cellula di Cosa nostra. Dodici anni al salemitano Vito Gucciardi. Gli altri politici condannati sono l’ex consigliere provinciale Vito Mannina, un anno e otto mesi, e Alessandro Manuguerra, ex consigliere comunale di Erice, un anno. Anche per loro i giudici hanno riqualificato l’accusa da voto di scambio politico mafioso a corruzione elettorale. Assolti invece Giuseppe Grignani e Marcello Pollara (finiti a giudizio per intestazione fittizia di beni) con la formula del fatto che non sussiste.

Ruggirello dovrà risarcire i danni ai Comuni di Campobello di Mazara e Castelvetrano, 5 mila euro; il Comune di Paceco e l’Assemblea Regionale Siciliana 2mila euro; i Comuni di Trapani ed Erice 3 mila euro. Erice aveva chiesto un (mega) risarcimento pari a 1 milione e mezzo. L’ex politico è stato condannato a risarcire 2.033 euro in solido con i coimputati anche al Centro Studi Pio La Torre, Associazione Antonino Caponnetto, Associazione antiracket e antiusura Trapani e 1.355 euro a Codici Sicilia e La Verità vive, costituiti parte civile.

Sulla sentenza intervengono i legali di Ruggirello, gli avvocati Enrico Sanseverino e Vito Galluffo. «Come è nostro costume rispettiamo la decisione dei giudici ma non la condividiamo e attendiamo il deposito delle motivazioni per appellarla. Anche se il Tribunale ha categoricamente escluso la partecipazione di Ruggirello alla associazione mafiosa, con forza sostenuta dalla Procura della Repubblica, riconoscendone un ruolo di concorrente esterno, continuiamo a ritenere che il nostro assistito sia assolutamente lontano da quelle dinamiche delittuose che gli vengono attribuite.

«Vito Gucciardi non è esponente di Cosa nostra e la sentenza è ingiusta – dice l’avvocato Nino Sugamele -. Le prove testimoniali raccolte in udienza del maggiore Berlingeri, dal tenente Cito e dal maresciallo Tranchida, escludono categoricamente la partecipazione del Gucciardi alla mafia. Difficile quindi comprendere la condanna a 12 anni di reclusione. Formalizzeremo l’appello non appena verrà depositata la motivazione». «Il signor Manuguerra è stato condannato alla pena di anni 1 di reclusione (ed euro 500 di multa) in luogo della condanna ad anni 8 di reclusione chiesta dal pm – dice l’avvocato Fabio Sammartano -. Detta pronuncia esclude che l’imputato Manuguerra abbia mai avuto a che fare con la mafia e che l’elezione a consigliere comunale di Erice nel 2017 sia stata contaminata dall’influenza della mafia».

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