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Piera Maggio chiede un incontro alla Meloni: «Vorrei parlarle da mamma a mamma»

Denise Pipitone e Piera Maggio

Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone scomparsa l'1 settembre del 2004 da Mazara del Vallo, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiederle un incontro. A farlo sapere è stata la stessa donna, questa mattina, sul proprio profilo Facebook.

"Qualche settimana fa, ho chiesto sia telefonicamente e poi come mi era stato consigliato anche per mezzo una mail alla dott.ssa Scurti, un incontro con il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Vorrei parlarle da mamma a mamma oltre ad essere un istituzione. Sto attendendo risposta. Speriamo bene", ha scritto la Maggio.

Lo scorso 23 marzo, la donna aveva lanciato una nuova richiesta alle Istituzioni: "Vogliamo che venga istituita una Commissione d’inchiesta Parlamentare per il caso Denise. Non vogliamo ombre, ambiguità. Vogliamo chiarezza e verità!".

Piera Maggio non si arrende e come ha sempre detto non si arrenderà mai. Tre mesi fa, dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro, i genitori della bambina scomparsa 19 anni fa a Mazara del Vallo, avevano fatto un appello al superlatitante, ormai catturato, affinché li aiutasse a scoprire che fine avesse fatto Denise, che non è mai stata ritrovata. Secondo la signora Maggio, quindi, sarebbe impossibile che Matteo Messina Denaro non fosse a conoscenza dei dettagli della scomparsa della figlia. "Siamo stati sempre lucidi in ogni nostra scelta, richiesta o decisione, non da meno adesso. Rapire una bambina di neppure quattro anni è un fatto grave e anomalo per tutti - ha scritto in un post su Facebook -. Circa diciannove anni fa, per mesi il nostro territorio è rimasto sotto i riflettori con una grande attenzione mediatica e un dispiegamento di forze dell'ordine di ogni genere che deve aver dato non poco fastidio alla criminalità del posto o a chi ne faceva capo. Il rapimento di Denise, venne definito da subito una ‘questione di natura familiare' nonostante i vari appelli rivolti a tutti, stranamente nessuno si adoperò a far ritrovare Denise, a far individuare i colpevoli così da mettere fine a tutta l'attenzione fastidiosa che si era venuta a creare sul posto".

"Se è vero che Matteo Messina Denaro controllava tutta la provincia di Trapani è impossibile che non sapesse cosa fosse accaduto a Mazara del Vallo - continua nel post -, chi avesse commesso il rapimento di nostra figlia, responsabili di aver scaturito un gran movimento ovunque. Siamo stati sempre convinti di questo, non perché l'avessimo ritenuto responsabile direttamente del rapimento, ma perché non si muoveva una foglia senza che non lo sapesse, quindi oggi detentore di tanti segreti. Dopo tutti gli accertamenti e le indagini del caso, Stato, magistrati, cortesemente chiedetegli dov'è nostra figlia. Se solo rispondesse a questa domanda anche indirettamente, potremmo finalmente arrivare alla verità e mettere fine a questo calvario. Siamo consapevoli che la nostra richiesta sia qualcosa d'insolito e difficile da raggiungere, soprattutto per il curriculum che lo precede ma vogliamo provarci lo stesso, abbiamo tutto il diritto per farlo, fosse anche un miracolo. Vogliamo pensare che l'ex latitante Matteo Messina Denaro sapendo che è molto malato potrebbe farci sapere, magari chissà, come gesto di redenzione verso tutti gli innocenti morti ammazzati, verso il piccolo Giuseppe di Matteo condannato a morte e sciolto nell'acido. Avremmo anche voluto incontrarlo, una volontà espressa da Pietro, ma sappiamo che non potrà mai esserci questa opportunità. Chiediamo di aiutarci a capire anche nel modo lo ritenga più opportuno dov'è Denise, come trovarla. Abbiamo provato tante strade per cercare ed essere di aiuto a nostra figlia, allora perché non percorrere anche questa", conclude.

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