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I medici all'avvocato e nipote di Messina Denaro: «Ciò che dice non rispetta il quadro clinico»

L'ingresso del carcere dell'Aquila

«Le condizioni generali del paziente sono buone». È quanto emerge da fonti sanitarie e carcerarie sullo stato di salute del boss mafioso Matteo Messina Denaro, rinchiuso in regime di 41bis nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila. Affetto da un tumore al colon, sta combattendo contro il male sostenendo le sedute di chemioterapia in un ambulatorio ad hoc ricavato di fronte alla cella. Replicando a quanto riferito un un’intervista dall’avvocato Lorenza Guttadauro, che ha incontrato lo zio in occasione dell’interrogatorio del 13 febbraio davanti al procuratore di Palermo, Lorenzo De Lucia, e all’aggiunto Paolo Guido, secondo la quale Messina Denaro sarebbe molto grave, le stesse fonti hanno ribadito che quanto riportato dal legale «non corrisponde al quadro clinico».

«Il paziente - spiegano ancora fonti sanitarie - viene seguito con puntualità e sta facendo terapie neoplastiche ambulatoriali che sono compatibili con la sua malattia. Se fosse servito il ricovero, avrebbe fatto cure in ospedale».

Secondo quanto si è appreso, in seguito alla seconda chemio, somministrata il 6 febbraio scorso, il sessantenne capomafia non ha avuto problemi legati agli effetti collaterali. Intanto, lo staff di oncologi guidato dal primario dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Luciano Mutti, è pronto ad assolvere il compito assegnato nel rispetto del piano terapeutico già predisposto.

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