Una questione di sangue. Lo dicono i fatti e lo dicono le sentenze. Il mandamento mafioso di Castelvetrano è, da decenni, saldamente gestito dalla famiglia Messina Denaro: prima dal capostipite Francesco "Ciccio" al quale, dopo la morte, è succeduto il figlio Matteo che ancora - nonostante la latitanza -, conserva inalterato il potere assoluto sul clan e sulla mafia trapanese.
È uno degli aspetti contenuti nelle carte dell'operazione Hesperia che ha portato a 35 arresti in provincia di Trapani.
Le sentenze di condanna relative al mandamento mafioso di Castelvetrano - che comprende anche i clan di Partanna e di Campobello di Mazara - consentono di fotografare il continuo passaggio di testimone alla guida della famiglia ai successori di Ciccio Messina Denaro, a cominciare dal figlio Matteo. C'è Filippo Guttadauro, marito di Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, che fino al suo arresto avvenuto il 17 luglio del 2006, è stato il reggente dell'organizzazione mafiosa sul territorio di Castelvetrano, in stretto e costante collegamento con il latitante.
A lui è subentrato Salvatore Messina Denaro, fratello di Matteo, poi condannato nel novembre 2011. Ancora: Vincenzo Panicola, marito di Patrizia Messina Denaro, un'altra sorella di Matteo, condannato per mafia nel 2013.
E ancora Filardo Giovanni, cugino del latitante, condannato con sentenza della Corte di Appello di Palermo del 12 ottobre 2015.
Arresti che hanno portato al comando il nipote di Matteo Messina Denaro, ovvero Francesco Guttadauro, figlio di Filippo e di Rosalia Messina Denaro, che diventa il principale riferimento della famiglia di Castelvetrano fino al proprio arresto, avvenuto il 13 dicembre 2013. Nello stesso procedimento arrestata e poi condannata anche Anna Patrizia Messina Denaro, terza sorella di Matteo, responsabile di aver svolto funzioni di tramite nei collegamenti e nel passaggio di comunicazioni, attraverso il marito detenuto e usufruendo dei colloqui in carcere, tra il fratello latitante e il mondo carcerario.
Infine, il 19 aprile 2018 sono stati sottoposti a fermo Gaspare Como e Rosario Allegra, entrambi cognati di Messina Denaro, il primo considerato capo del mandamento di Castelvetrano e il secondo quale partecipe.
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