Una fitta nebbia è calata nella tarda mattinata a Erice, quasi a voler coprire la vergogna di una terra ferita dall'incendio che ha divorato il bosco di Martogna, nella notte tra il 5 e il 6 maggio. Il giorno dopo è quello della conta dei danni (ingentissimi), delle polemiche, del rimbalzo delle accuse e delle richieste.
«Crediamo che dinanzi a questi atti gravissimi che causano danni incommensurabili alla natura e all’uomo, nessuno possa rimanere indifferente. Ma l’indignazione non è sufficiente: è necessario che ognuno faccia la propria parte, e le istituzioni e la politica prima di tutti». Lo dice il presidente dell’associazione Salvare Erice, Mariza D’Anna dopo l’incendio che ieri notte ha devastato il versante ovest della montagna di Erice, mettendo in pericolo persone. «Erice va tutelata e salvaguardata ogni giorno dell’anno come patrimonio dei residenti e della collettività e non solo nel periodo estivo quando il borgo medievale si popola di turisti e, sempre meno, di villeggianti. Le azioni di tutela dell’ambiente e di rilancio devono essere lungimiranti e costanti», ha concluso Mariza D’Anna. Per il segretario Domenico Venuti le dichiarazioni «propagandistiche del presidente Musumeci, sono molto gravi». «La stragrande maggioranza degli incendi - sottolinea - parte dalle aree protette che dovrebbero essere curate dalla Regione e visti i gravi danni di ieri, lo scaribarile di queste ore risulta ancora più fastidioso e irrispettoso di tutti coloro che hanno avuto gravi disagi o subito danni». Il presidente Musumeci aveva puntato l'indice sui Comune: «il ruolo degli Enti locali è fondamentale per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi». E aveva anche auspicato che venisse imposta la «scerbatura ai proprietari di terreni incolti».
Le operazioni di bonifica sono andate avanti per tutta la mattina. Per spegnere l'incendio stanotte le squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato ininterrottamente contro le fiamme che si sono propagate velocemente a causa del forte vento di Scirocco che soffiava impetuoso e che ha raggiunto i 50 km orari. Da contrada Martogna fino a valle, all’Ostello della Gioventù, il fuoco non ha dato tregua, arrivando anche vicino l’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Nel pomeriggio di ieri erano intervenute altre squadre dei vigili del fuoco arrivate da Palermo e da Agrigento, due Canadair e un elicottero dell’Aeronautica militare che avevano potuto operare solo per poco tempo a causa del forte vento.
Ingenti i danni, ancora da quantificare. Le fiamme hanno divorato ettari di terreno e bruciato alberi e vegetazione, hanno circondato diverse abitazioni che sono state evacuate. Nella frazione di Xitta sono andati in fumo anche alcuni capannoni industriali. Forte il sospetto che il fuoco sia stato appiccato dai piromani che hanno scelto una giornata segnata dal forte vento di scirocco per tornare a colpire la montagna. Proprio nei giorni scorsi in Prefettura a Trapani si era tenuta una riunione per predisporre un piano contro gli incendi boschivi in vista della stagione estiva.
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