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Dragaggio del porto di Trapani, il caso-fanghi finisce in Parlamento

Approda in parlamento il caso del dragaggio del porto di Trapani. Il deputato alcamese Antonio Lombardo ha presentato una interrogazione al ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani.

«Appare assurda l’ipotesi che i fanghi derivanti dall’escavazione dei fondali del porto di Trapani possano essere depositati tratto di mare in prossimità del litorale di San Vito Lo Capo, esattamente davanti alla Riserva naturale orientata di Monte Cofano - scrive Lombardo - Queste zone devono essere valorizzate con la creazione di nuove aree marine protette, non certo penalizzate sversando fanghi inquinanti». «Il sito in questione - spiega Lombardo - è un sito di interesse comunitario tutelato da una direttiva Ue. Sempre la stessa area ricade, inoltre, nel territorio del promontorio Monte Cofano - Golfo di Custonaci, area marina protetta inserita nell'elenco delle aree marine di reperimento ex art. 36 L. 394/1991. Non servono molte parole per comprendere che un'operazione di questo tipo avrebbe un impatto ambientale fortemente negativo».

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, ha però bollato come «false» le notizie sullo sversamento di sedimenti prelevati dal porto di Trapani nella zona di San Vito Lo Capo. «Il progetto - spiega una nota dell’Autorità - concretizza la bonifica degli attuali fondali, oggi inquinati, nel rispetto di tutte le vigenti norme. È, dunque, falsa l’affermazione che verranno sversati rifiuti contaminati in mare, in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo: si prevede, ai sensi di legge, lo sversamento in mare dei soli sedimenti non contaminati, e cioè di quei sedimenti che costituiscono risorse del mare e che debbono appartenere al mare, in quanto hanno caratteristiche fisico-chimiche idonee a tale scopo».

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