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Denise Pipitone, l'ex pm Maria Angioni: "Più persone hanno collaborato al sequestro"

Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, con una foto della figlia

«Più persone hanno collaborato al sequestro di Denise Pipitone». A parlare a Mattino 5, intervistata da Federica Panicucci, è Maria Angioni, l’ex pm che tra il settembre 2004 e il 2005 ha partecipato all’inchiesta relativa alla bimba scomparsa a Mazara del Vallo. Secondo il magistrato, «ci sono stati più passaggi di mano della bambina» e l'attenzione degli inquirenti doveva cadere sul luogo della sparizione: «Nei pressi c'erano più persone appartenenti alla cerchia della famiglia allargata, e in molti hanno fatto qualcosa di sospetto. Questo ha ulteriormente complicato le indagini».

Un punto fermo di questo scenario, secondo l’ex Pm, è la fuga con la bimba, a bordo di una barca a remi. «Non è detto che i due signori che hanno portato la bambina sulla barca a remi abbiano fatto tutto - sottolinea ancora l’ex pm Angioni -. Sappiamo anche da altre vicende criminose che dalla barca a remi poi si passa alla barca più grande, in modo tale da rendere il movimento, in questo caso della bambina, il più possibile complicato e difficilmente decifrabile».

In altre parole, una operazione di depistaggio organizzata da chi voleva far perdere subito le proprie tracce e portare a compimento il proprio disegno criminale. Non un raptus, dunque. Altri elementi secondo il pm contribuiscono a ricreare il quadro del rapimento. Come la telefonata dal magazzino di via Rieti alla madre di Anna Corona, la ex moglie di Piero Pulizzi, compagno della mamma di Denise Piera Maggio.

«I conti non tornavano, da quel deposito è partita una telefonata collegata al sequestro. L’avvocato Giacomo Frazzitta (legale della famiglia Maggio ndr) è andato e ha trovato questo signore sordomuto che ha raccontato tutto. Un riscontro fondamentale, non per deduzioone ma proprio per induzione, è un elemento fortissimo».

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