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Pesce scaduto pronto alla vendita scoperto in uno stabilimento di Mazara del Vallo

Prodotti ittici scaduti da anni destinati alla vendita, altri completamente privi di ogni etichetta e rintracciabilità, altri ancora conservati in vasconi accanto ad esemplari morti. E’ uno scenario da incubo quello che emerge dalle ispezioni della Guardia Costiera nell’ambito dell’operazione "Mercato Globale" finalizzata ad accertare la qualità del pesce in arrivo sulle tavole natalizie degli italiani.

In uno stabilimento ittico di Mazara del Vallo è stata accertata la presenza di una notevole quantità di prodotto ittico (circa 2,2 quintali) privo delle informazioni obbligatorie previste dalla normativa di settore: i cartoni si presentavano privi di etichette, così come le singole confezioni interne e non venivano esibite fatture o documentazione comprovante l’acquisto. Altri prodotti ittici, seppur provvisti di etichette, risultavano scaduti da anni.

In Umbria, invece, in un deposito in provincia di Perugia sono stati sequestrati 5 quintali di prodotti ittici congelati privi di tracciabilità molti dei quali oltre la data di scadenza. Inoltre, nella stessa vasca di conservazione c'erano degli astici morti accanto ad esemplari vivi. A Pescara intercettato un camion che trasportava 600 kg di cozze con una data di confezionamento successiva a quella dell’accertamento, destinate ai mercati del Lazio. A Milano, infine, presso i ristoranti etnici sono stati rinvenuti molti prodotti provenienti dal sud-est asiatico, una delle aree più a rischio per la salute, tra i quali il famoso granchio cinese che deve essere commercializzato morto e invece era vivo.

"Tutti questi controlli, ha sottolineato il Comandante del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Giovanni Pettorino, si inseriscono anche in un quadro di «tutela dei pescatori italiani dalla concorrenza sleale" che è sempre più agguerrita, come è evidenziato dal fatto che "il pesce italiano che finisce sulle nostre tavole è circa il 25% di quello totale". Un concetto, questo, condiviso anche dalla ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova.

"Quando il consumatore fa la spesa - ha avvertito Bellanova - e trova ripetutamente sconti su pesci pregiati, deve sapere che quello sconto lo stanno pagando in parte i pescatori, che subiscono una concorrenza sleale, e in parte la salute del consumatore stesso".

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