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Immigrazione clandestina a Marsala, torna in libertà l'imprenditore Vasile

Un «favore» fatto ad una vecchia conoscenza dei tempi in cui andava a scuola costato 18 giorni di carcere. È stato questo il prezzo pagato, per un'imprudenza dal 62enne Giuseppe Vasile, uno dei più noti imprenditori edili marsalesi, arrestato lo scorso 23 luglio dalla Guardia di finanza nell'operazione «Sea Ghost» con le pesanti accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

L'imprenditore è tornato in libertà venerdì pomeriggio per «mancanza dei gravi indizi di colpevolezza» su decisione del Tribunale del Riesame di Palermo, che ha accolto le argomentazioni dell'avvocato difensore Erino Lombardo.

L'imprudenza di Vasile, ha spiegato il difensore, è stata quella di aver detto «si» di troppo al 59enne pregiudicato marsalese Angelo Licciardi, ritenuto al vertice di un'organizzazione criminale che con potenti gommoni avrebbe trasportato sulle coste siciliane migranti e sigarette estere quando questi gli ha chiesto se poteva «parcheggiare» un gommone all'interno dell'area (in via Salemi) dove Vasile ha la sua impresa edile.

Il gommone, secondo Fiamme Gialle e Dda, sarebbe stato uno dei natanti utilizzati per trasportare migranti e «bionde» dalla Tunisia alla Sicilia.

L'articolo completo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia di oggi.

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