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Agricoltura, truffa da 1,7 milioni sui fondi europei: nei guai 36 imprenditori a Castelvetrano

Hanno attestato di essere proprietari di terreni demaniali di parcheggi di ospedali, strade e appezzamenti incolti pur di ricevere fondi europei. È stata scoperta una frode da 1,7 milioni di euro su fondi europei destinati all'agricoltura a Castelvetrano. La guardia di finanza ha denunciato 36 persone per falso e truffa aggravata.

Le attività ispettive hanno preso le mosse da una segnalazione fatta da un cittadino della Valle del Belìce, che ha deciso di riavviare la sua impresa agricola. L'uomo ha presentato le istanze per l’ottenimento degli aiuti comunitari, però, ha scoperto con stupore che alcuni suoi terreni erano già condotti da altra ditta, a lui del tutto sconosciuta.

L’input investigativo fornito dall’agricoltore ha consentito di individuare un primo caso di frode, a partire dal quale è stata sviluppata un’analisi operativa a più ampio raggio che ha permesso di rilevare altre persone che per di ottenere indebitamente i contributi europei hanno trasmesso all'agenzia per le erogazioni in agricoltura atti e attestazioni falsi sulla titolarità del diritto di proprietà o altri diritti reali su terreni agricoli.

I finanzieri hanno infatti individuato migliaia di particelle catastali, alcune corrispondenti ad aree demaniali come parcheggi di ospedali, strade e appezzamenti incolti, sulle quali sono stati fatti risultare impiantati fantomatici vigneti o altre surrettizie coltivazioni.

In alcuni casi sono stati persino riscontrati contratti di comodato d’uso gratuito di terreni stipulati tra il 2013 e il 2018 ed aventi quali danti causa persone fisiche defunte o persone giuridiche estinte sin dal 1990.

In molti casi la truffa è stata posta in essere da finti “giovani agricoltori” ed è stata finalizzata, non solo alla percezione diretta dei contributi, ma anche all’ottenimento illegittimo dei cosiddetti “titoli”, riconosciuti agli agricoltori in misura proporzionale all’estensione dei terreni dichiarati come coltivati.

Tali titoli, una volta ottenuti fraudolentemente dai truffatori, potevano essere piazzati sul mercato grazie anche ad apposite piattaforme on line alla stregua di ciò che avviene per gli  strumenti finanziari nel mercato borsistico. Ad acquistarli erano solitamente agricoltori operanti in altre regioni d’Italia.

In definitiva i fascicoli aziendali falsi, riguardanti terreni per oltre 6.000 ettari, hanno consentito di ottenere fraudolentemente titoli per un valore economico complessivo di 720 mila euro e contributi per un importo complessivo di circa 1,7 milioni di euro.

I finanzieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria 36 persone, titolari di ditte individuali o rappresentanti legali di società, in quanto responsabili di reati di falso e di plurime truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Sono state effettuate segnalazioni all’Agea per bloccare i pagamenti e recuperare le somme indebitamente già percepite dai responsabili dei gravi reati.

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