TRAPANI. Il procuratore capo, Marcello Viola, non usa mezzi termini: lo psichiatra Gaetano Vivona - consulente di parte dell’imputato Sergio Librizzi, accusato di concussione e violenza sessuale - «ha compiuto una lettura superficiale delle carte». L’intero pool di magistrati, guidato da Viola - Paolo Di Sciuva, Sara Morri e Andrea Tarondo - all’unanimità contesta, «in maniera assoluta», le conclusioni del consulente, secondo cui, l’ex direttore della Caritas di Trapani, sarebbe «parzialmente incapace di intendere e di volere». Insomma, per gli inquirenti, il consulente non avrebbe acquisito un’adeguata conoscenza dei fatti. Nella relazione, acquisita dal gup, il consulente scrive che Librizzi ha, tra l’altro, un «disturbo dell’umore» ed una «capacità di autodeterminazione quasi assente».
Tutto ciò stride con il materiale probatorio acquisito dagli inquirenti: le indagini della sezione di polizia giudiziaria della forestale e le microspie piazzate sull’utilitaria del prelato dicono tutt’altro. Fino al giorno del suo arresto, padre Librizzi, infatti, godeva della massima credibilità nei Palazzi istituzionali, come la Prefettura.
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