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Il fatto non sussiste, assolto il sindaco di Erice

Il primo cittadino era stato accusato di avere molestato con sms telefonici l’avvocato Sugamele

ERICE. Assolto «perché il fatto non sussiste» il sindaco di Erice Giacomo Tranchida dall’accusa di «molestia o disturbo alle persone» per la quale ne era stata disposta la citazione diretta a giudizio e che avrebbe avuto come «vittima» l’avvocato Nino Sugamele, raggiunto da indesiderati sms (short message sistem). La sentenza, emessa dal giudice Alessandra Camassa, sembra accogliere in pieno le tesi del difensore di Tranchida, avvocato Giuseppe Rando, secondo cui i «messaggini» telefonici non potevano costituire «molestie» in quanto non avevano contenuti diffamatori nè offensivi e sarebbero stati inviati in orari tali da non recare disturbo nè turbare la tranquillità di chi li avrebbe ricevuti.

L’avvocato Rando ha inoltre escluso l’intento di molestare da parte di Giacomo Tranchida. Secondo quanto denunciato dall’avvocato Sugamele, che si era costituito parte civile, assistito dall’avvocato Danilo Frattagli, Tranchida, tra il 2010 ed il 2013, gli avrebbe fatto pervenire tutta una serie di inviti ad eventi, e qualche altro sms dal contenuto politico, nonostante egli avesse notificato al sindaco di Erice che venisse cancellato il proprio numero di telefonia mobile dalla lista dei destinatari dei messaggi, con particolare riferimento a quelli tendenti a diffondere iniziative di propaganda.

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