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Ingiurie, assolto il sindaco di Erice Tranchida

ERICE. Una nuova assoluzione del sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, nella «faida giudiziaria» con l’ex sottufficiale della Guardia di finanza Francesco Borghi. Come già, una quindicina di giorni fa il giudice Franco Messina aveva assolto Tranchida, accusato di diffamazione nei confronti di Borghi, anche il giudice Francesco Giarrusso ha riconosciuto al sindaco di Erice l’«esimente del diritto di critica politica» a conclusione di un processo che lo vedeva imputato di ingiuria. Un processo che era nato per l’opposizione dello stesso sindaco di Erice al decreto di condanna a 100 euro di multa che gli era stato comminato per avere pronunciato, nel corso di un’assemblea cittadina tenuta il 25 settembre del 2009 nel salone parrocchiale «Cristo Re» di Erice, all’indirizzo di Borghi la frase «Non pensi sempre di avere una divisa e di abusarne, come ha fatto nella sua vita».

Dalla denuncia che aveva fatto l’ex sottufficiale della Guardia di finanza era scaturito, infatti, il procedimento penale che avrebbe portato all’emissione del decreto di condanna nei riguardi del sindaco di Erice e all’opposizione di Tranchida che chiedeva, si era arrivati, intanto al 2012, «il giudizio immediato al fine di dimostrare, davanti a un Giudice terzo, e nel contraddittorio delle parti, la pochezza delle accuse» considerando che «Borghi da anni dispensa a destra e a manca denunce, querele, esposti, istanze con l'unico risultato di far perdere del tempo prezioso ai sostituti procuratori, agli impiegati comunali ed a quelli del Tribunale».

 

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