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«L’ausiliario del traffico non è pubblico ufficiale», la sentenza: giudice dà ragione all'automobilista

Il giudice monocratico Franco Messina ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Giuseppe B., un automobilista di 41 anni, che era accusato di resistenza a pubblico ufficiale

TRAPANI. «In capo ad un ausiliario del traffico non si realizza la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio». Sulla base di queste considerazioni, ed in riferimento a due sentenze della Corte di Cassazione, il giudice monocratico Franco Messina ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Giuseppe B., un automobilista di 41 anni, che era accusato di resistenza a pubblico ufficiale. «Ma ciò non significa - ha puntualizzato, in sentenza, il giudice Messina - che l’ausiliario rimanga senza tutela perché può sporgere querela». Nella fattispecie per il reato di minacce.

Il giudice monocratico, infatti, ha riqualificato l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale in quella di minacce ed ha dichiarato di non doversi procedere a carico dell’imputato per «mancanza di condizioni di procedibilità, ossia, appunto, la querela. Il fatto risale al 3 luglio di due anni fa. L’ausiliario del traffico stava per elevare una contravvenzione a Giuseppe B. sulla base dell’articolo 157 del codice della strada che riguarda i vari aspetti dell’arresto, la fermata e la sosta dei veicoli. Non si trattava, infatti, della mancata esposizione del ticket perché non erano trascorsi i 15 minuti di «tolleranza» ma quando l’ausiliario avrebbe messo mano al bollettario, l’automobilista glielo avrebbe strappato di mano apostrofandolo in malo modo: «Se non te ne vai finisce male».

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