L’arbitro Ayroldi di Molfetta fischia la fine: il Trapani è in serie B. Una grande festa che arriva al termine della finale di ritorno dei playoff vinta per 2-0 contro il Piacenza.
Nella prima parte della contesa due emozioni di marca granata: al 18’ clamoroso regalo per Nzola che manda direttamente in porta su Fumagalli che respinge di piede. E’ il preludio alla rete trapanese che giunge al 22’ con lo stesso giocatore il quale riceve un pallone in area, si gira e mette dentro. E’ l’apoteosi.
Nella ripresa al 67’ Corradi e Bertoncini si scontrano, il primo perde in sensi, attimi di paura, entra l’ambulanza in campo, il giocatore viene trasportato in ospedale. Dalle prime notizie sembra che abbia riportato un «trauma cranico molto serio» e ha un labbro completamente spaccato.
La partita va avanti e per il Trapani è una volata verso la Serie B. All’83’ arriva infatti la zampata vincente di Taugoudeau da distanza ravvicinata, per il gol dell’ex, che chiude l’incontro sul 2-0.
Il Piacenza ha lottato ma non si è mai ritrovato, non portando pericoli alla porta granata. E’ stata sicuramente una gara marcata dalla compagine di Italiano che ha meritato la serie B. Adesso le emozioni si confondono, esplodono in grido, sorriso, pianto, canti liberatori.
E’ stata la partita che ha concesso ad una intera città di scacciare un incubo e coronare un sogno abbandonato due anni addietro di fronte al Cesena con la sconfitta per 2-1 al Provinciale che decretò la retrocessione del Trapani in C. Un percorso pieno di incertezze, quando nel mese di giugno non si aveva la sicurezza di partecipare al campionato.
Poi, dopo l’avvenuta iscrizione in extremis, tra mille tribolazioni e l’ansia della cessione della società dei Morace, l’arrivo il 28 luglio di un tecnico come Vincenzo Italiano, primo artefice di questo miracolo e, il 4 agosto, con la benedizione di Daniele Faggiano, di un direttore sportivo dal nome Raffaele Rubino che ha realizzato tanto con poco in tasca per un mix di contenuti impensabili.
Pian piano si è scoperto che questa è una grande squadra, frutto di determinazione, sacrifici, voglia di far bene, impegno. Italiano, ex granata, da calciatore bandiera di Verona e Chievo, al suo arrivo a Trapani ha scritto sulla lavagna “Nessun limite, solo orizzonti”, frase profetica che gli ha dato ragione.
Il viaggio è stato lungo e irto di difficoltà al cospetto di una società traballante ma l’ardore di un gruppo pieno di cemento ha sfondato ogni cosa, compresa la porta del Piacenza. Spesso i granata sono stati vicini al sorpasso della capolista Juve Stabia. Poi il secondo posto e i play off con Catania e Piacenza tra le paure della tifoseria e delle istituzioni, legate alla nuova dirigenza ma in un momento di festa c’è poco da rimuginare su tutto ciò.
Il pensiero va alla conquista di questa mitica categoria mentre in campo c'è il finimondo con il tecnico Stefano Firicano, uno tra quelli che non hanno mai mollato sin dall’estate, a guidare la festa. C’è la cerimonia di premiazione, il Trapani alza la Coppa come vincitore dei play off. Poi si odono i primi clacson insistenti.
Chi va ad attendere l’uscita dei calciatori, chi è già partito in auto per sciorinare la propria gioia tra vessilli fiammanti in piazza Vittorio Emanuele. Quella col Piacenza che ha visto i granata sul podio, rimarrà uno tra i ricordi più intensi. Il gioco più bello del mondo continua ad essere protagonista anche per una squadra quasi derisa dai piacentini per avere messo in mora la società. Il Trapani ha vinto doppiamente per ciò che ha mostrato sia in campo che fuori superando ogni tipo di inerzia e puntando diritto ad un magnifico obiettivo. Tutti cantano e festeggiano. O
Onore ai vincitori che dal nulla sono riusciti a cantar vittoria. Un grande esempio per il mondo del calcio dove le bandiere sono in via di estinzione. Loro, i ragazzi granata, hanno costruito un immenso vessillo cucito nei loro cuori giorno dopo giorno, un colore e un calore umano che merita solo applausi. Il Trapani è in serie B.
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