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Trofeo Cave di Cusa, vince il duo Passanante-Messina

L’equipaggio formato da Mario Passanante e Francesco Messina, portacolori della “Franciacorta Motori”, a bordo di A112 Abarth, ha vinto la seconda edizione del Trofeo “Cave di Cusa”, svoltasi in provincia di Trapani, quest’anno valida come nona prova del Campionato italiano di regolarità autostoriche, organizzata dall’omonima scuderia presieduta da Giovanni Bianco.

Con un totale di 161 penalità su 70 prove valide, l’equipaggio Passanante-Messina ha avuto la meglio sui fratelli Leonardo e Giuseppe Ippolito che, a bordo di un’A112 sono arrivati secondi con 192 penalità. Terzo posto sul podio ad Angelo Accardo e Filippo Becchina su Fiat 1100, con 210 penalità.

Per Mario Passanante il Trofeo “Cave di Cusa”, nonostante manchino ancora tre prove alla fine del campionato, di fatto lo incorona campione italiano della specialità. «Siamo contentissimi del risultato ottenuto che qui ha una valenza doppia – ha detto Mario Passanante al termine della competizione durata 12 ore – sia perché siamo nella “patria” della regolarità e poi perché è il mio paese». Gara da dimenticare, almeno sul finale, per il giovane campione Giovanni Moceri in coppia con la moglie Valeria Dicembre. L’ottimo risultato che aveva ottenuto sino a due prove prima del fine gara si è vanificato per un problema all’impianto delle luci che si è presentato alle ultime due prove. Sia il memorial “Marcello Giorgi” (nel centro urbano di Campobello di Mazara) che la tappa in notturna (in contrada Campana), l’equipaggio Moceri-Dicembre è stato costretto a farle, di fatto, al buio. Giovanni Moceri è così scivolato al nono posto in classifica ufficiale con 413 penalità. Costretti al ritiro, invece, gli equipaggi Cusumano-Carrotta (A112), Sciacca-Spina (Lancia Y10), Tavormina-Rausi (Fiat 126), Bono-Tancredi (Fiat 127). Diciannovesimo posto in classifica (con 1024 penalità), invece, per l’unica conduttrice donna, Martina Montalbano, navigata dal papà Salvatore.

IL GIRO TRA DUE VALLI E FINALE IN NOTTURNA – Dodici ore di competizione che hanno messo a dura prova la preparazione degli equipaggi. La gara, unica tappa del Sud Italia (che si è disputata dopo “La Mille Curve” del 30 giugno scorso) ha attraversato il territorio di nove comuni della provincia di Trapani, tra la Val di Mazara e la Valle del Belice, per un percorso totale di 215 km. Suggestiva la prova all’interno della Riserva Lago Preola e Gorghi Tondi di Mazara del Vallo, i passaggi davanti il Castello Grifeo di Partanna e la “Porta del Belice”, la stella in acciaio di Pietro Consagra a Gibellina, sino ad arrivare all’Ossario di Pianto Romano, nel Comune di Calatafimi-Segesta. L’ultima prova – in contrada Campana, a Campobello di Mazara – si è svolta in notturna e con l’utilizzo di pressostati luminosi, in una particolare zona Sic a confine col territorio di Mazara del Vallo.

IN GARA ANCHE BUFFA, FIGLIO DELL’IDEATORE DELLA REGOLARITÀ – All’edizione di quest’anno ha anche partecipato Giacomo Buffa, figlio di Nino, ideatore nel ’62 di questa specialità automobilistica. Da ex sindaco, il papà di Giacomo, organizzò la prima edizione della “12 ore notturna”, che vide sfilare a Campobello di Mazara, negli anni, coloro che divennero poi campioni italiani di regolarità. Giacomo Buffa è stato l’unico equipaggio (insieme al conduttore Vito Gulotta) a non utilizzare apparecchiatura elettronica a bordo per il passaggio sui pressostati.

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