Il Cretto di Alberto Burri, celebre opera di «land art» di Gibellina, non resterà una testimonianza artistica isolata: entrerà in una rete che unirà il patrimonio artistico della Valle del Belice, devastata dal terremoto del 1968. Lo prevede un progetto che la Regione ha affidato all’architetto Mario Cucinella.
«La riqualificazione del Cretto, monumento di arte e memoria, è il primo passo - ha detto Musumeci - è il primo passo verso la riscoperta di quell’unicum che rappresenta il Belice. E in quest’ora saranno coinvolti tutti i comuni».
Un’attenzione sarà rivolta al vecchio sito di Poggioreale il cui tessuto urbano, devastato dal sisma ma ancora in piedi, riveste un «interesse europeo». Per questo la Regione si impegna a mettere in sicurezza i ruderi che esercitano un forte richiamo tanto da essere utilizzati come set cinematografici.
L’idea di fondo, per la quale si prevede una spesa di 17 milioni di euro, è quella di attivare i servizi essenziali per la fruizione del patrimonio artistico della Valle.
Cucinella ha presentato le linee del suo progetto a partire dalla riqualificazione del Cretto, un’opera che Burri ha realizzato tra il 1984 e il 1989 e con la quale ha coperto i ruderi del terremoto. Il piano prevede la creazione di un nuovo spazio architettonico che ospiterà un «visitor center» di fronte alla vecchia chiesa di Gibellina. «Un’ampia area a gradoni - ha detto Cucinella - si offre come anfiteatro per eventi all’aperto mente un tetto panoramico consentirà di ammirare un suggestivo paesaggio naturale». Sono previsti un info point, un’area proiezioni e una zona di servizi. Un video racconterà il ruolo degli artisti nella ricostruzione. Con le opere volute da Ludovico Corrao, Gibellina è diventato un museo a cielo aperto ora inserito nella rete descritta dal progetto. Tutte le opere utilizzeranno materiali e tecniche della tradizione locale. Tutta l’area attorno al Cretto e i vari percorsi saranno riqualificati e dotati di un sistema elettrico di interscambio nodale.
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