Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Messina Denaro, una fitta rete di fiancheggiatori permette la latitanza - Video

PALERMO. Sedici gli arresti dei carabinieri dei Ros. Tanti i favoreggiatori presi che hanno cercato di rendere più semplice la vita del latitante e complicare l’attività di indagine degli investigatori. Un elettrauto che controllava se nelle auto dei boss ci fossero microspie. Un dipendente della Motorizzazione civile di Trapani che verificava le targhe sospette.

Ad aprire qualche scenario e qualche pista investigativa c’è stato l’insospettabile comparsa della soap opera della Rai "Agrodolce", girata in Sicilia: Salvatore Lo Piparo, che sarebbe affiliato al clan di Bagheria, da sempre vicino a Messina Denaro. "Vi potrà sembrare strano - ha raccontato qualche settimana fa, quando ha deciso di collaborare con la giustizia dopo l'ultimo arresto - ma io ho fatto proprio la parte di un poliziotto in Agrodolce, andate a vedere. E fui incaricato di andare a procurare delle pettorine con su scritto polizia, servivano per la rapina al corriere".

Il nipote di Matteo Messina Denaro Girolamo Bellomo detto Luca poteva contare anche su un gruppo di picchiatori. Uomini fidati che mettevano in riga quanti non ubbidivano agli ordini del capo. Il giovane uomo di affari, secondo l'accusa,  si era anche presentato agli imprenditori che stavano realizzando un nuovo centro commerciale a Castelvetrano, "A29", e aveva imposto le sue ditte per le forniture e i lavori.

Caricamento commenti

Commenta la notizia