Nei fondali di Pantelleria individuata una zona di concentrazione di anfore che coprono un ampio ventaglio cronologico. L’attività di ricognizione è stata effettuata con l’ausilio del Rov (un robot subacqueo filoguidato). I reperti identificati saranno inseriti nel database del Sistema informativo territoriale della Soprintendenza del mare della Regione Siciliana. «Gli interventi di tutela e monitoraggio del patrimonio culturale subacqueo - sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali Elvira Amata - sono frutto della collaborazione continuativa tra le forze dell’ordine che operano in mare: guardia costiera, carabinieri, guardia di finanza e polizia di Stato e gli uffici dell’assessorato. Una sinergia importante e preziosa grazie alla quale quotidianamente si porta avanti un’azione di tutela e vigilanza che preserva il nostro ricco patrimonio sia in terra che in mare». La campagna di monitoraggio dei beni culturali sommersi, nell’area che va da Cala Cottone fino a Cala Tramontana, nella parte settentrionale dell’isola, si è appena conclusa. L'iniziativa è stata portata a termine grazie alla cooperazione tra la Soprintendenza del mare e il Corpo delle capitanerie di porto. Tre gli itinerari attivi a Pantelleria: Cala Gadir, un percorso che si trova tra i 18 e i 30 metri che offre la possibilità di ammirare numerose anfore e ancore; Punta Tracino, con la presenza di ancore in ferro, in pietra e in piombo; Cala Tramontana, a 18 metri di profondità, fruibile da subacquei con brevetto di primo livello, che offre la possibilità di vedere ancore in pietra, anfore di diverse tipologie e macine in pietra.