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Trapani, i lavoratori di un'azienda confiscata alla mafia senza salario: protesta in prefettura

Si sono ritrovati ancora una volta davanti alla prefettura a Trapani con le loro famiglie per avere riconosciuto un diritto che ormai da nove anni viene disatteso, il pagamento delle mensilità e del Tfr. Sono i venti ex dipendenti della «Siciliana inerti e bituminosi».

A sostenere la protesta degli ex dipendenti dell’azienda confiscata a Tommaso «Masino» Coppola, arrestato nel 2005 e condannato per mafia per aver pilotato appalti per conto del boss latitante Matteo Messina Denaro, è la Fillea Cgil che, da una decina di anni, porta avanti, a più riprese, una vertenza a difesa dei diritti degli ex dipendenti rimasti senza lavoro e senza reddito.

I lavoratori, attendono, ancora, il pagamento delle retribuzioni, da 24 a 18 mesi di arretrati e il Tfr, nonostante, lo scorso giugno, siano state ultimate le operazioni di liquidazione della società e definiti i crediti che l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati dovrà corrispondere agli ex lavoratori, cifra che ammonterebbe intorno a 600 mila euro.

Ad aprile al termine di una riunione in prefettura a Trapani il responsabile per l’Agenzia nazionale dei beni confiscati Giuseppe Quattrone aveva rassicurato i presenti circa il pagamento di un acconto sulle somme dovute. Ad oggi l’impegno assunto in Prefettura è stato disatteso e i lavoratori non hanno ricevuto nulla.

Le interviste a Francesco Paolo Virgilio (ex dipendente) - Antonina Vultaggio (moglie ex dipendente) - Gaspare Giaramita, segretario generale Fillea Cgil

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