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Scontro in casa Pd a Trapani: Venuti ricorre contro l’elezione all’Ars di Safina

Scontro in casa Pd. Il segretario provinciale del Partito democratico Domenico Venuti, sindaco di Salemi, candidato alle elezioni regionali dello scorso 25 settembre, ha presentato ricorso contro il neo deputato regionale dello stesso partito, Dario Safina, ex assessore del Comune di Trapani. Safina aveva preso 5.412 voti, 143 in più di Venuti. Venuti non ha chiesto il riconteggio delle schede ma si è appellato alla legge regionale 29 del 20 marzo 1951 sull’ineleggibilità del deputato regionale e ha eccepito con i suoi avvocati che Safina, nonostante si fosse dimesso dalla carica di assessore del Comune, ha continuato ad essere consulente del sindaco, anche se a titolo gratuito, fino alle elezioni.

Inoltre ha continuato ad essere presidente del Circolo Tennis di Trapani, circolo che in più occasioni ha ricevuto finanziamenti regionali. “Le ipotesi di ineleggibilità sono ipotesi tassative - ha replicato Safina - Anche la Corte costituzionale ha sostenuto che la limitazione dell’elettorato passivo deve essere molto stringente e orientata a criteri di razionalità. La norna non prevede che i consulenti del sindaco siano ineleggibili, quando i consulenti sono ineleggibili lo dice espressamente e comunque durante la mia funzione di consulente io non ho mai svolto funzione di politiche, dopo le dimissioni depositate il 30 aprile. Per quanto riguarda la carica di presidente del Circolo del tennis va detto che non è una società a scopo di lucro, essendo un’associazione sportiva dilettantistica. In ogni caso ho già incaricato i miei legali Franco Campo e Sandro Perrone per la difesa del caso».

"L'iniziativa che ho intrapreso attraverso i miei legali non fa parte di alcuna strategia di rivalsa politica: si tratta di una vicenda che attiene esclusivamente alla sfera dell'esercizio del diritto. Il lavoro fatto da tutto il Pd trapanese in occasione delle elezioni regionali è stato straordinario, e per questo ho ringraziato e continuerò a ringraziare tutte le componenti del partito, ma la possibilità di verifica di uno status rispetto ai principi sanciti dalla legge è garantita dal nostro ordinamento ed è soltanto ai giudici che spetta questo giudizio. Ci sarà un confronto sereno tra le parti nelle sedi competenti e si accetterà con serenità l'esito finale", spiega  Domenico Venuti. "Quando ho valutato attentamente la possibilità di una verifica legale su quanto accaduto sapevo che avrei attirato su di me le critiche di tanti per via del mio ruolo di segretario provinciale del Pd, ma torno a sottolineare come la vicenda non sia politica ma riguardi esclusivamente la materia elettorale - prosegue Venuti -. Mi chiedo quindi se non sia legittimo, in uno stato di diritto, per un candidato una normale verifica sulla regolarità di quanto accaduto rispetto alla legge. Si tratta di passaggi già accaduti in passato e che nulla hanno a che vedere con gli equilibri interni al Pd. Attenderò con la massima serenità che la magistratura svolga le sue valutazioni e nel frattempo continuerò a lavorare per il partito che mi è stato affidato in provincia di Trapani

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