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Trapani, nuovo raid al canile comunale: rubati cavi di rame

Ancora un raid in contrada Cuddia a Trapani. Preso di mira il canile comunale. Nella notte ignoti sono penetrati nella struttura, facendo man bassa di molti cavi di rame. I carabinieri hanno avviato le indagini per cercare di risalire ai responsabili dell'incursione. Si tratta del secondo raid nel giro di pochi giorni.
Il canile di contrada Cuddia sorge su un terreno confiscato al boss mafioso Vincenzo Virga (al momento rinchiuso al 41 bis) e si trova sulla strada che da Paceco porta a Castelvetrano. Una zona isolata che di notte è completamente deserta e quindi facile preda di malviventi.

Già prima dell'inizio dei lavori in tanti avevano osteggiato la sua costruzione, evidenziando in modo particolare il fatto che si trovi lontano dalla città di Trapani ed in un luogo isolato, soggetto quindi ad atti vandalici, come quello perpetrato in questi giorni. Non ci sono servizi pubblici di collegamento. La strada di accesso è intransitabile per smottamenti fangosi che la rendono pericolosa in modo particolare in inverno, rendendo di fatto impossibile il raggiungimento del canile da parte di chi voglia adottare i cani. Da considerare anche la presenza di un torrente che lambisce il terreno confiscato e che in caso di straripamento metterebbe a rischio la vita dei cani stessi.

Il canile, opera faraonica inutilizzata

Il progetto del canile municipale, che ancora è chiuso e inutilizzato, è stato faraonico. Costo per la sua realizzazione 4 milioni di euro. A gennaio di quest'anno, era stato anticipato dall'amministrazione comunale, doveva essere predisposta la stipula della convenzione con il consorzio di bonifica Birgi, che aveva già assicurato la sua disponibilità a garantire il servizio idrico continuativo per la struttura. Ma si è parlato anche dell'affidamento in gestione alla «Trapani Servizi, partecipata del Comune». Ancora però è tutto fermo.

La struttura ha una superficie di 72 mila e 615 metri quadrati, è divisa in sei aree e può ospitare fino a 250 animali, tutti in box da quattro posti. L’area per lo sgambamento è di circa 2 mila metri quadrati. Nella zona «isolamento», destinata ad animali degenti o in quarantena o ancora pericolosi, sono stati realizzati 20 box per altrettanti 20 cani. La struttura accoglie anche una sala conferenze per le attività divulgative, un’infermeria per il soccorso sanitario, un'area destinata agli interramenti delle carcasse oltre che un inceneritore per cremazioni. Un vero e proprio fiore all’occhiello, insomma, che una volta aperto potrebbe far risparmiare grosse somme di denaro all’amministrazione comunale trapanese.
Al momento rimane però una cattedrale nel deserto. Chiuso e in balia dei ladri.

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