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Calatafimi, una targa per Don Michele a dieci anni dal suo omicidio

Dieci anni fa l'omicidio di padre Michele Di Stefano, sacerdote di Calatafimi ma che da anni ormai viveva e si spendeva per la comunità di Fulgatore. Il prete di 79 anni fu assassinato la notte tra lunedì 25 e martedì 26 Febbraio, a colpi di bastone nella canonica della chiesetta del borgo Livio Bassi a Ummari.

Ad ucciderlo fu Antonio Incandela, fermato il 17 aprile del 2013. L'uomo, allora 33enne, confessò l’omicidio dicendo di averlo fatto per rancore per alcune omelie del parroco. Incandela, dopo l'omicidio aveva simulato una rapina portando via denaro e portafoglio del sacerdote. Il corpo di don Michele venne scoperto solo l’indomani nel primo pomeriggio. La sorella Pina lo aspettava a pranzo, a Calatafimi, ma dalla sorella padre Michele non ci arrivò mai.

Il cognato Vito Accardo, preoccupato, rintracciato un agente di commercio che vive lì vicino, lo manda a cercarlo. Il sacerdote è nel suo letto, ovunque con sangue.
A tradire Incandela sono stati i prelievi che effettuò con la carta bancomat rubata a don Michele. L'uomo fu ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza delle banche dove aveva effettuato i prelievi. Antonio Incandela, è stato condannato a trenta anni di reclusione.

Oggi alle 11, nella chiesa della frazione di Ummari il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli ha presieduto ua santa messa alla quale hanno partecipato le comunità di Fulgatore e Ummari. In occasione di questo anniversario parte del Borgo di Ummari è stato intitolato alla sua memoria.

Padre Michele Di Stefano era stato ordinato presbitero nella sua città, a Calatafimi dal vescovo Francesco Ricceri nel 1965, sacerdote per 48 anni, don Di Stefano è stato parroco per 43 anni nella frazione di Fulgatore. Compiuti i 75 anni ha continuato il suo ministero pastorale di parroco dedicandosi alla parrocchia “Gesù, Giuseppe e Maria” della vicina Ummari per volontà dell'allora vescovo di Trapani Miccichè. Per molti anni è stato assistente dei lavoratori di Azione Cattolica e assistente spirituale della Coldiretti provinciale, ruolo al quale dedicava molte energie. Il nome di don Di Stefano è stato inserito da Fides nell’elenco dei missionari morti nel mondo nel 2013.

Fu prete a Fulgatore, per 40 anni. Ha fatto costruire un anfiteatro, ha organizzato tante attività. Ha battezzato e sposato generazioni di trapanesi. Quando, l'allora Vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, ne ordinò il trasferimento ad Ummari i suoi parrocchiani non accettarono questa decisione ma lui la preferirì all'altra quella di andare in pensione. Don Michele, viveva il borgo abbandonato come il suo regno, il suo presepe: “Non ho paura - diceva sempre - perché non sono mai solo”. Ma chi lo conosceva bene sapeva quanto questa scelta lo aveva fatto soffrire, ma lui era fatto così ed accettò l'incarico come una missione. Fu l'ultima.

Oggi su Borgo Livio Bassi c'è un intervento importante di ristrutturazione, messo in atto dallo Iacp di Trapani, che tanto farebbe piacere a padre Michele. L'Ente infatti sta realizzando degli alloggi all’interno del Borgo. I lavori di recupero con lo Iacp ammontano a 1.600.000,00 euro si tratta di 10 appartamenti da affittare a prezzi calmierati a coppie del territorio con bando del comune.

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