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La battaglia dei Mille a Calatafimi, commemorazione a Pianto Romano

Ricordare per vivere pienamente l’ oggi e custodirne i valori domani. È stato questo lo spirito che ha animato le celebrazioni in occasione del 162° anniversario della battaglia di Pianto Romano, allestite domenica 15 maggio. A promuovere l’iniziativa l’amministrazione comunale, guidata da Francesco Gruppuso, in collaborazione con l’associazione «Segesta nel Sogno».

La manifestazione ha avuto inizio con la fanfara del Magnifico 6° Bersaglieri che da piazza Duca degli Abruzzi si è spostata, lungo le vie del centro, in piazza Cangemi, sede del Municipio. Da lì il corteo con autorità civili e militari si è diretto in piazza Plebiscito, dove è stata deposta una corona al monumento ai caduti alla presenza della cittadinanza. In seguito, suggestiva ambientazione della commemorazione è stato l’ossario di Pianto Romano. Lì alla celebrazione liturgica della parola, con la partecipazione di diversi sindaci del territorio, dei rappresentanti militari delle forze armate, Polizia locale e cittadini, è seguita una tavola rotonda, organizzata con il S.M. Ordine Costantiniano di San Giorgio e Zonta Club di Palermo Triscele. A relazionare sul tema «Un Risorgimento riconciliato» il professor Manlio Corselli, docente associato di Filosofia Politica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, il Nobile d Antonio Di Janni, vicario dell’ordine Costantiniano di San Giorgio, Caterina Di Chiara, presidente Zonta Club di Palermo Triscele, che ha posto attenzione alla figura di Rose Montmasson, detta Rosalia, «l’angelo di Calatafimi», l’unica donna che ha partecipato per intero all’impresa dei Mille. I lavori sono stati moderati dall’assessore Gilda Enza Tobia.

«Il nostro Risorgimento fu europeista - ha detto il sindaco di Calatafimi Francesco Gruppuso - e la battaglia di Pianto Romano costituisce un evento epocale, che la memoria collettiva è tenuta a tesaurizzare per trametterne i valori alle nuove generazioni e concorrere alla costruzione responsabile di un presente e di un futuro consapevolmente condivisi». L'augurio finale è di un futuro di pace perché la guerra è follia!

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