Ha festeggiato il suo centesimo compleanno con la solita passeggiata mattutina in bicicletta (ne ha tre) lungo la pista ciclabile che costeggia il mare di contrada Spagnola, sulle rive della Riserva naturale dello Stagnone, a Marsala. Nonostante l’età, infatti, Francesco Di Girolamo, per tutti Ciccio 'u piscaturi, è ancora in gran forma, fisica e mentale.
È nato il 12 giugno 1924 da Margherita Orsini e Giuseppe Di Girolamo, dal quale sin da piccolo apprese il mestiere di pescatore avendo una piccola barca nella zona del porto. Dopo la quinta elementare frequentò la scuola Avviamento dove studiò come motorista, anche di grosse navi. Agli inizi degli anni ‘40, nel corso della seconda guerra mondiale, prestò il servizio militare in Marina sulla prestigiosa nave Vittorio Veneto. E racconta con grande lucidità quel periodo della sua vita: «Ero arruolato in Marina, a Taranto, nell’ottobre del ‘42. Poi, nel ‘45, il mio comandante Giuseppe Mistretta volle che andammo con lui per partire verso il Canale di Suez, in quegli anni finito nel mirino della Regia Marina. Lì, la Vittorio Veneto, acquisita nave militare in tempo di pace, era al centro del Canale di Suez perché se ne impossessarono gli inglesi al fine di controllare il traffico nell’area marittima. L’Inghilterra voleva, però, l’equipaggio adatto per governare la nave e andammo noi. Ricordo che c’era una vedetta all’ingresso e una all’uscita del Canale. Il fermo fu di 28 lunghi mesi, fino a quando la nave non venne riconsegnata alla Marina Italiana e tornammo a casa. Era l’ottobre del 1947, due anni dopo la fine della guerra».
Congedato, Francesco lavorò per un periodo sui pescherecci dell’armatore Tramati. «Fu proprio a cavallo degli anni ‘50-’60 – ricorda - che, al largo del Canale di Sicilia, vicino le coste africane, salvammo dei tunisini in mare. E per il nostro gesto fummo ricevuti dal primo Presidente della Repubblica Tunisina, Habib Bourguiba, che, come ringraziamento, ci concesse di pescare in acque tunisine». Sulla «Adriana Bini», mercantile del comandante Guarrasi, Di Girolamo ha navigato come marinaio, trasportando vini dallo stabilimento Bini, che era vicino la Florio, verso il porto di Genova. Erano gli anni ‘50. In seguito, partì per Santa Margherita Ligure, dove svolse il ruolo di capitano degli yacht dell’imprenditore farmaceutico Gigi De Angelis.
«Prima di partire per Santa Margherita – continua - presi la patente nautica a Trapani. Furono anni incredibili e in quelle zone ne abbiamo visti passare tanti di ricchi, primo fra tutti il principe Ranieri. Negli anni 60-70 sono tornato a Marsala, dove sono rimasto per la mia famiglia; ho ricominciato da pescatore, attività che mi è stata tramandata da nonno e papà. Ricordo che negli anni ‘70 su un peschereccio a Marsala catturammo un pesce spada che riuscì con la sua tagliente spada a spaccare a metà l’imbarcazione, ma riuscimmo a tornare a riva».
Dal matrimonio con Margherita Lo Grasso - sarta, deceduta 16 anni fa - sono nati Marisa, Franca e Giuseppe che, assieme a 4 nipoti, lo circondano d’affetto. Ancora attivo e indipendente, il suo hobby preferito è realizzare nasse col giunco e ceste con foglie di palma essiccate. A tavola, «patate, dolci, vino e gazzosa» sono i suoi preferiti; ma la più grande passione per nonno Francesco è la passeggiata in bicicletta per godersi il mare e fare ancora oggi la sua spesa. Il giorno del compleanno, il sindaco Grillo e il presidente del Consiglio Sturiano, gli hanno consegnato una targa-ricordo.
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