A Mazara del Vallo le porte della scuola si aprono e non si chiudono come in altre parti d’Italia. L’istituto comprensivo Borsellino Ajello ha permesso ai suoi studenti musulmani e non solo, di festeggiare la fine del Ramadan assieme alle loro mamme e alle maestre. Un’iniziativa, questa, accolta con entusiasmo dal dirigente scolastico Eleonora Pipitone, che non ha esitato a dire sìi ai musulmani che desideravano festeggiare a scuola con i loro figli.
Una grande festa che ha coinvolto i 200 studenti tunisini della scuola e studenti di altre scuole di Mazara. Balli canti, animazione e dolci tipici arabi. «È stata una festa meravigliosa - ha spiegato Said Rihabe, segretaria dell’associazione Jasmin del mediterraneo e referente delle famiglie tunisine che vivono a Mazara del Vallo -, abbiamo inviato la richiesta al sindaco e poi ovviamente alla dirigente che ha dato sin da subito l’ok. È stato bellissimo vedere le mamme musulmane con i loro figli festeggiare quello che per l’Islam è una festa straordinaria. Mazara è la città dell’integrazione per eccellenza e una scuola che permette ai propri studenti di vivere la propria religione con libertà e pace, è da lodare».
A Mazara sono oltre settecento le famiglie tunisine. Una festa dedicata alle donne e ai loro figli. «Vedere donne libere di esprimersi anche nel vestire - ha spiegato il dirigente Eleonora Pipitone -, con una proiezione occidentale ma nel rispetto delle loro tradizioni è stato davvero toccante. C’è chi indossava il velo, chi invece no. Ma sempre fedeli alla loro religione. Abbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta dell’associazione Jasmine del Mediterraneo, che accoglie le istanze di donne di origine araba insieme ai loro bambini. La nostra scuola è vocata all’interculturalità sia per l’ubicazione dei plessi scolastici nel centro storico, a due passi dalla casba, sia con riferimento alla percentuale di alunni di origine araba provenienti prevalentemente dall’area del Maghreb. I nostri alunni italiani vivono come arricchimento formativo la presenza di compagni stranieri, con estremo rispetto per la loro cultura e le loro tradizioni. Proprio per questo motivo - continua Eleonora Pipitone - non ho chiuso la scuola per la festa di fine Ramadan, assicurando il diritto allo studio a tutti indistintamente ma, al contempo, mi è piaciuta l’idea di mettere a disposizione i locali scolastici, concedendo l’area esterna della scuola, dotata di parco giochi, perché mamme e bambini di origine araba potessero festeggiare in tutta sicurezza».
Caricamento commenti
Commenta la notizia