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Dieci anni fa la morte del prefetto Sodano, il ricordo della «sua» Trapani

Il 26 febbraio la dedica di una via, poi incontri e dibattiti con chi lo ha conosciuto

Dieci anni fa una grave malattia che gli aveva tolto la voce e lo costringeva da dieci anni sulla sedia a rotelle portò via Fulvio Sodano che fu prefetto a Trapani. Sodano è per i trapanesi una storia emblematica di dedizione al servizio dello Stato per il bene della collettività e rappresenta il simbolo di quella lotta di una parte dello Stato contro soggetti che pur essendovi dentro hanno fatto gli interessi della mafia.

Nel decennale della sua morte il prossimo 26 febbraio, la città di Trapani, la Prefettura, Anme Libera, commemoreranno la sua scomparsa dedicandogli una giornata alla memoria. Alle 8,30 sarà intitolato lo slargo alberato di via XXX Gennaio. Dalle 9,30 poi nella sala Perrera di via Libica, si terrà un incontro-dibattito, presenti il vescovo di Trapani ed ancora, la famiglia di Sodano, la moglie e il figli ed ancora, magistrati, politici, rappresentanti delle istituzioni, forze dell'ordine, studenti. Ognuno racconterà la figura del prefetto.

Alle 21 poi al teatro Pardo – Conservatorio di musica Antonio Scontrino, Parole note e omaggio al prefetto Fulvio Sodano a cura della Calcestruzzi Ericina, Libera Presidio. Sodano rappresenta la parte buona di uno Stato che ha voluto stare vicino ai cittadini pagando anche care conseguenze. Il prefetto Sodano salì alla ribalta delle cronache dopo il suo trasferimento da Trapani (dove era arrivato nel 2000) ad Agrigento, agli inizi del 2003. Un trasferimento molto controverso, che secondo Sodano era stato deciso dall'allora senatore trapanese Antonio D'Alì, all'epoca sottosegretario all'Interno. Il prefetto allora aveva chiesto di rimanere a Trapani, ma così non fu.

Da lì iniziò il lungo decorso della grave malattia. Prima di lasciare Trapani, però, con un suo atto sventò il tentativo della mafia di riappropriarsi della Calcestruzzi ericina confiscata al boss Vincenzo Virga, tracciando la strada da percorrere per scardinare il trasversale sistema mafia-politica-imprenditoria nella provincia. Forse fu quello l'atto per il quale venne punito.

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