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La frana nel cantiere della funivia di Erice, il ricordo delle vittime

Una rievocazione del tragico evento svolta dall’ex docente Vincenzina Zichichi precederà una funzione religiosa che sarà celebrata nella Chiesa Madre di Erice sabato alle 18 da don Piero Messana

Roberto e Ninni Simonte

Una rievocazione del tragico evento svolta dall’ex docente Vincenzina Zichichi (sotto nella foto) precederà una funzione religiosa che sarà celebrata nella Chiesa Madre di Erice sabato alle 18 da don Piero Messana.

«Per il 70° anniversario della frana nel cantiere della prima Funivia che uccise nostro padre, Mario, a 34 anni, e altri tre operai, Giuseppe Bellia, di appena 17 anni, pure lui ericino, Salvatore Ganci, 32 anni, di San Marco Valderice e Angelo Amato, 26 anni, di Montelepre – dicono i fratelli Roberto e Ninni Simonte (nella foto) – avremmo voluto una commemorazione diversa e soprattutto avremmo sperato di rintracciare i familiari di Angelo Amato. Non è stato possibile, ma contiamo che l’anno prossimo ciò possa avvenire anche attraverso l’Anmil, l’associazione fra mutilati e invalidi del lavoro o, magari, il giornale».

Roberto Simonte mostra una copia ingiallita del Giornale di Sicilia con la cronaca dell’evento che egli stesso sintetizza. «Erano in corso i lavori per la costruzione della stazione d’imbarco del centro storico di Erice, proprio davanti la Matrice, quando sui 4 operai che si trovavano in fondo ad un’enorme buca si è riversata una frana che li ha seppelliti. Erano altri tempi – dichiara, amaro – e quell’immane tragedia ebbe scarsa eco né valse a far migliorare le condizioni di sicurezza nei cantieri. Non hanno sortito alcunché, anche in quanto a risarcimento, i contenziosi avviati da nostra madre, Anna Grimaldi, che scrisse persino all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ma non c’era più niente da fare perché determinati termini erano scaduti».

Il progetto di una Funivia Trapani-Erice era stato varato nel 1927, ma i lavori iniziarono solo 28 anni dopo. Né li fermò la tragica fine dei 4 operai. L’impianto venne inaugurato, infatti, nel 1956 e rimase attivo fino ai primi anni ‘80. Chiuso per oltre un ventennio, fu sostituito dall’attuale funivia, la cui stazione a monte, però, è stata spostata rispetto alla precedente. Il vecchio immobile è destinato a diventare Museo. «Il Comune – chiosa Ninni Simonte, che ha trascorsi, anche recenti, di consigliere – si è impegnato a intitolarlo alle 4 vittime».

 

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